Regia Fabio Jephcott, Giorgio Molteni, Claudio Norza, Andrea Serafini, Maurizio Simonetti, Donatella Majorca, Donatello Alunni Pierucci, Luca Facchini, Marilena Fogliatti, Stefano Amatucci
Soggetto Wayne Doyle, Silvia Margherita, Dante Palladino, Alessandro Pondi
Sceneggiatura Adele De Gennaro, Monica Mariani, Paolo Logli
Musica originale Michele Burgay, Marco Cimino, Luigi Vanegoni
Montaggio Mario Defeudis
Costumi Laura Costantini
Aiuto regia Alessandro Casale
Interpreti Angiola Baggi (Lia Galanti), Marco Basile (Andrea Monteleone), Brigitta Boccoli (Marina Sensi), Massimo De Rossi (Paolo Galanti), Eleonora D'Urso (Valentina Rocca), Christiane Filangieri (Giulia Donadoni), Sergio Fiorentini (Arturo Rocca), Bettina Giovannini (Ginevra Donadoni), Samia Kassir (Asia Galanti), Marika Morra (Chiara Rocca), Micaela Ramazzotti (Eleonora Rossi), Paolo Ricca (Stefano Galanti), Lorenzo Rulfo (Luca Galanti), Paolo Maria Scalondro (Giorgio Donadoni), Gualtiero Scola (Mattia Bonanni)
Casting Luisa Pacchetti
Direttore di produzione Ornella Bernabei
Produttore esecutivo Grundy Productions Italy, Centro di Produzione Rai di Torino
Produzione Paola Leonardi per RaiFiction
Note
Serial televisivo aperto in 99 puntate di 25' ognuna, trasmesso da RaiDue in orario pomeridiano dal Lunedì al Venerdì, dal 14 gennaio al 31 maggio 2002 (media d’ascolto: 1.286.000; share (range): 5,85% - 10,88%).
Titolo iniziale: Sottosopra; supervisione soggetti: Dante Palladino; sviluppo soggetti: Fabio Di Ranno, Lucia lorio, Alessandro Pondi, Francesco Cioce, Silvia Margherita, Rita Charbonnier, Antonio Leonardi; supervisione ai dialoghi: Riccardo Irrera, Paolo Logli; story editor Rai: Michele Zatta; dialoghisti: Alessandra Piccinni, Serena Brugnolo, Manuela Romano, Adele Dorothy Ciampa, Ottavio Romano, Andrea Barsacchi, Flavia Ganzenua, Alessandro Zambrini, Nicoletta Capone, Silvia Mastrangelo, Gianluca Bomprezzi, Irene Tovaglia, Mila Venturini, Riccardo Mazza, Valerio Fiori, Rita Charbonnier, Mattia Torre, Luca Vendruscolo, Michele Alberico, Kirsi Viglione, Silvia Barbiera; produttore creativo Grundy: Bruno Nappi; coordinatore stunt: Massimiliano Ubaldi; assistente alla produzione: Simone Rosso.
Realizzata con il sostegno di Film Commission Torino Piemonte, questo serial è stato girato in Piemonte; gli interni negli studi del Centro di Produzione Rai di Torino.
Sinossi
Torino è lo sfondo per le vicende di un gruppo di giovani, molto diversi per carattere ed estrazione sociale, e delle loro famiglie. I Donadoni, una famiglia ricca ma infelice, dalla quale proviene la bella e sensibile Giulia. I medio borghesi Galanti, con tre figli diversissimi tra loro (Stefano, Asia e Luca); infine i Rocca, una famiglia atipica composta da un anziano nonno e le sue due nipoti, Chiara e Valentina, affidategli dopo il divorzio e la "fuga" degli inquieti genitori. Fidanzato di Giulia è Andrea, un orgoglioso ragazzo dalle origini modeste, che convive con i coetanei Roberto e Cristiano, ancora indecisi sul proprio destino.
Questa fiction a lunga serialità si rivolge soprattutto ai giovani, dei quali adotta il punto di vista e le modalità della narrazione. I temi trattati sono quelli in cui si possono riconoscere le diverse fasce di pubblico e le storie sono guidate più dai personaggi che dall'intreccio narrativo. Comunicare un forte senso di freschezza, di positività, è l'obiettivo primario che si è voluto raggiungere. Protagonisti genitori problematici, a volte fragili, immaturi, mentre i giovani si preoccupano per loro ed affrontano le loro mancanze.
Dichiarazioni
«Torino è una metropoli che si presta molto bene a mostrare le differenze geografiche e di classe: ha una collina ricca e borghese e un centro più popolare e multietnico e, in mezzo, il Po a fare da spartiacque. Questo ci ha anche permesso di estendere l’unità di luogo del racconto, che non è più un condominio ma la città intera» (D. Palladino, “la Repubblica”, 10.1.2002).
«Il nostro era un Centro di Produzione con difficoltà di approvvigionamento e programmazione, adesso la soap ci permetterà di usare meglio le nostre risorse, anche se qui produciamo già Leonardo, l’unico tg scientifico quotidiano d’Europa, Ambiente Italia, Zona Franca, alcuni programmi di Rai Educational, Televisione per i ragazzi» (M. Ardito, “la Repubblica”, 10.1.2002).
«La città è molto presente nella nuova soap, fin dalla prima puntata: vi appare con i suoi scorci sul Po, con un circolo sportivo di fronte ai Murazzi, con le ville della collina, nelle sequenze girate in piazza Vittorio e a Porta Palazzo, nelle inquadrature della Mole Antonelliana, persino nella scena in cui la ricca Ginevra Donadoni, editrice di un settimanale di costume, illustra in una riunione di lavoro le ricadute dei Giochi invernali del 2006» (C. Mercandino, “la Repubblica”, 10.1.2002).
«Cuori rubati si aggiunge alla ormai nutrita lista di titoli soap della fiction italiana. Ultima arrivata nell'arena dei serial off prime time, la soap è stata consapevolmente creata per differenziarsi dai suoi predecessori, tutti dal target spiccatamente familiare e di impostazione più o meno melodrammatica. Cuori rubati, pur senza rinunciare alla tradizionale presenza di diversi gruppi familiari al centro della scena (coppie coniugali e non), concentra buona parte del suo fuoco narrativo sulle vicende dei personaggi più giovani: si tratta naturalmente di un protagonismo corale, ma privo di un'autentica dinamica di gruppo. […] I plot di Cuori rubati restano tuttavia non molto lontani da quelli classici delle soap: amori contrastati […], personaggi dalla doppia faccia […], momenti di alleggerimento […], e - nella fase introduttiva e in quella finale della soap - plot investigativi su eventi delittuosi. […] Tecnicamente la soap ha un ritmo più sostenuto della media, con un maggior numero di inquadrature per sequenza, e fa un discreto uso delle hit musicali del momento, che accrescono l'effetto di realtà delle situazioni» (F. Vassallo, in M. Buonanno, a cura, Storie e memorie. La fiction italiana. L’Italia nella fiction. Anno quattordicesimo, Eri, Roma, 2003).
«Come tutte le soap anche questa si rivolge al pubblico delle famiglie ma è nata principalmente per conquistare una platea più giovane. Ed è proprio questo l’obiettivo finale: avvicinare i ragazzi alle soap, ribaltando i facili schematismi che vedono da una parte gli adulti che simboleggano maturità e saggezza e dall’altra i figli sempre pronti a mettersi nei guai. Teatro delle vicende è una metropoli italiana, un luogo in cui chiunque si può riconoscere anche perché i personaggi sono di diversa estrazione sociale. Ma perché proprio Torino? La scelta ha una motivazione ben precisa. Il Po, infatti, rappresenta una sorta di spartiacque tra due mondi: la zona collinare, dove abitano le famiglie più benestanti, e la zona di pianura che raccoglie studenti e famiglie di vario veto. Lungo il fiume, inoltre, si trovano due importanti punti di incontro della soap, in particolare un bar gestito da un gruppo di ragazzi e un centro sportivo di canottaggio. [...] Puntata dopo puntata, vedremo dunque ribaltati i rapporti generazionali: adulti più fragili e problematici e giovani più maturi e responsabili dei loro genitori. Ma anche se il modello produttivo è quello di Un posto al sole, gli autori non intendono realizzare un clone. “Le puntate avranno un numero di scene superiori alla norma – assicurano - anche per rendere il ritmo più incalzante e moderno. In questa soap viene disegnato in modo realistico un passaggio importante dell’esistenza, quello che va dai 18 ai 26 anni, un periodo in cui si sceglie il percorso di vita e spesso si vivono le emozioni più forti» (A. de Gennaro, www.film.it, 24.12.2001).
«C’è soap e soap sembrano ribadire cast e struttura di Cuori rubati, ultima nata in casa Rai, che si differenzia notevolmente dalla concorrenza italiana e straniera perché dribbla il pubblico delle casalinghe sognatrici per rivolgersi direttamente a quello irrequieto ed effervescente dei teen-agers. Che i giovani siano il suo vero obiettivo è un intento dichiarato dalla collocazione nel palinsesto (piena fascia pomeridiana: ore 16:30) e ulteriormente ribadito dalla sigla di apertura, quasi una dichiarazione di intenti: ritmata, coloratissima come i capelli delle protagoniste e degna di un graffito metropolitano, dove giganteggia un inequivocabile cuore rosso. Non si scampa: il tema privilegiato sarà anche qui l’amore, quello con l’A maiuscola e l’happy end, in grado di cavalcare mode e barriere sociali. E infatti di amore si parla, ma anche di soldi, invidia e problematiche della crescita, mentre il mondo degli adulti viene solo sfiorato e analizzato di riflesso. Niente paesaggi d’epoca dalle tonalità seppiate come nelle telenovelas brasileire, niente ville principesche né tramonti finto-hollywoodiani come in quel di Beautiful, bensì ennesimo capoluogo italiano (Torino per la precisione, dove è ambientata anche la rivale Cento vetrine) in cui si alternano le vicende di tre famiglie e un gruppo di adolescenti sui generis che si vorrebbero rappresentativi della realtà nazionale. [...] 230 puntate (arg!) per seguire, affezionarsi e sperare in una seconda serie» ( www.close-up.it).
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