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Lungometraggi |
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Lei
Italia, 2002, 35mm, 105', Colore
Regia Tonino De Bernardi
Soggetto Tonino De Bernardi
Sceneggiatura Tonino De Bernardi
Fotografia Tonino De Bernardi
Musica originale Tuxedo Moon
Suono Giuseppe D’Amato
Montaggio Pietro Lassandro
Scenografia Lino Fiorito
Costumi Mariella Navale
Aiuto regia Daniel Cueva, Alberto Momo
Interpreti Iaia Forte, Sandro Lombardi, Joana Curvo, Carla Bottino, Giulietta De Bernardi, Teresa Villaverde, Elena Bucci, Antonella Faiella, Manuela Giacomini, Walter Riccarelli, Giuseppe Tomasi, Fabrizia Sacchi
Produzione Andrea De Liberato, Tonino De Bernardi per Poetiche Cinematografiche, Lontane Province Film, Casanova Entertainment, RAI Cinema
Distribuzione Sharada
Note Film realizzato con il sostegno della Film Commission Torino Piemonte.
Sinossi
Monologhi di donne differenti per destini, professioni, caratteri, le quali raccontano la propria storia e si fanno seguire lungo la propria strada, con le loro parole, i loro silenzi.
Dichiarazioni
«Lei l'ho girato in qualche mese di infinita gioia creativa, di slancio verso gli altri e verso il mondo [...] e in diverse parti d'Italia. È stato elogiato, in occasione del ritiro del visto di censura, perché illustra la condizione della donna in tante situazioni» (T. De Bernardi, Dichiarazione inedita, 2007).
«La polifonia di figure femminili era già presente in Donne, un mio filmato di 12 ore realizzato in Super8 nel 1983. Ma Lei è più amaro, meno fiducioso. Segna l'apertura di una nuova direzione nel mio cinema ma ne è anche una summa perché racchiude l'attitudine documentaristica con cui mi inchino a ciò che il mondo mi dà, e i mondi della finzione. Sono partito dalle immagini di Joanna girate in Brasile e da quelle di mia figlia Giulietta incinta. Tra loro ho sentito una forte affinità: due donne che non si conoscevano ma condividevano un percorso di ricerca e di autonomia. Il montaggio finale offre una serie di frammenti di esistenze, parabole che si intrecciano dall'inizio alla fine» (T. De Bernardi, www.fctp.it).
Lei [...] di Tonino De Bernardi, si offre come un precipitato delle sue ossessioni visive. Innanzitutto, il piacere nel riprendere le figure femminili. Le donne come oggetto di fascino ma anche come immagini dell'alterità. Donne complici con cui chiacchierare o passeggiare e donne da contemplare in brevi, lunghi istanti di oblio. Non è un caso che le riprese che le riguardano vivono su una tensione palpabile: duello tra la macchina da presa e il loro sguardo, tra chi senza farsi (troppo) vedere le osserva e la loro risposta che rilancia una sfida ad abbandonare la ripresa. [...] In Lei però si legge anche la lotta tra il personaggio e il corpo della donna, così intimo da restare impermeabile a ogni tentativo di adattamento» ("Cineforum" n. 419, novembre 2002).
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