Con la collaborazione della Film Commission Torino Piemonte.
«Il giovane protagonista di questo cortometraggio vive a Torino da tempo. Ha alle spalle alcune esperienza di criminalità, dalle quali vuole però fermamente allontanarsi. Egli attraversa la città, e registra impressioni. La sua interiorità ci appare in conflitto, ma è questo conflitto a mostrare quel continuo e talvolta ossessivo gioco di specchi, espressione con cui spesso viene descritta l'esperienza dell'interculturalità e che sembra essere un passaggio obbligato per chi vuole in qualche modo avvicinarsi all'altro. Nel film emergono le molteplici sfaccettature di una convivenza, quella tra stranieri ed italiani. La relazione del protagonista con la città e i suoi abitanti, descritta attraverso la vicinanza ad un sacerdote, lo conduce a tentativi di mescolamento resi difficili dalla mancanza di riferimenti in comune, da una dichiarata ostilità o, in altri casi, dalla violenza. La difficoltà maggiore da superare appare tuttavia il rapporto con il proprio passato e con la comunità tunisina presente a Torino, evidenziato nel film attraverso il tema del doppio. Esso si mostra al protagonista rendendo tangibile un disagio che necessita di essere affrontato. Ciò avviene attraverso l'esperienza religiosa, che viene proposta non come l'espressione di un dogma, ma come parte integrante di un passato in continua rielaborazione» (Scheda dell’Archivio Nazionale Cinematografico della Resistenza, 2007).