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Cortometraggi e Documentari |
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Mio fratello Yang
Italia, 2004, 35mm, 15', Colore
Regia Massimiliano De Serio, Gianluca De Serio
Soggetto Massimiliano De Serio, Gianluca De Serio
Sceneggiatura Michela Farò, Massimiliano De Serio, Gianluca De Serio
Fotografia Piero Basso
Suono Mirko Guerra
Montaggio Stefano Cravero
Scenografia Simona Goitre
Costumi Carola Fenocchio
Interpreti Cai Zhi Jian (Yang), Ya Zhi (Bing/Xiao)
Produzione Massimiliano De Serio, Gianluca De Serio per Associazione Culturale Antiloco
Note Cortometraggio realizzato con il sostegno di Film Commission Torino Piemonte.
Locations: Torino (Falchera, piazza Barcellona), Moncalieri (TO).
Premio come miglior cortometraggio italiano in pellicola e Menzione Speciale della Giuria al Torino Film Festival 2004.
Sinossi
Bing, una ragazza cinese, arriva a Torino dalla Cina. Ad attenderla c'è il suo nuovo fratello maggiore, Yang, che le offre alloggio, lavoro ed un nuovo nome. Bing dovrà imparare in fretta, tutto l'essenziale per vendere vestiti al mercato.
Dichiarazioni
«Il film costituisce il capitolo conclusivo di una trilogia sulla condizione esistenziale imposta dalla clandestinità, iniziata con il Il giorno de santo (2002) e Maria Jesus (2003). Anche in questo caso, si è creato durante il lavoro con gli attori un'intensa sintonia, risolta in un cortocircuito tra esplicita finzione e intima realtà: un gap che ha lasciato sul terreno gli spazi tra i visi, i corpi e le poche parole all'interno di una storia sbilanciata verso un altrove che incalza. Mio fratello Yang è nato infatti dal desiderio di rispondere a delle domande, ma più ci addentravamo in questa ricerca, più diventava evidente una sola risposta: tutto era sfuggente, inafferabile, rarefatto. Eppure tutto era lì, in quelle vite scoperte» (G. e M. De Serio, www.torinofilmfest.org).
«Bing ci viene mostrata all'inizio addormentata sull'autobus. Un sonno che sembra celare un'assenza dal luogo in cui essa si trova. Sembrano essere i momenti conclusivi del viaggio che l'ha condotta dalla Cina fino a Torino. Una lunga migrazione che però non preannuncia nuovi percorsi da intraprendere. Il passaggio di documenti che avviene tra i due protagonisti di questo cortometraggio è un momento importante. Yang, un ragazzo che vive a Torino ormai da molto tempo, consegna a Bing i documenti della propria sorella alla quale ormai non servono più. E con questo passaggio, apparentemente privo di conseguenze, Bing diventerà la sua nuova sorella. Di nuovo al centro della riflessione dei fratelli De Serio si trova il tema dell'identità. Identità conseguente ad una rielaborazione continua, e reiterata. Cambiare nome, acquisire la conoscenza di una nuova lingua e cultura, dover nominare e quindi pensare se stessa come sorella di uno sconosciuto, sono solo alcuni degli aspetti di questa rielaborazione. Nonostante quindi la fine del viaggio possa essere interpretata come un traguardo o l'inizio di una nuova condizione. I legami con il passato non possono essere recisi. Il viaggio "ancora da pagare" ci rimanda all'esperienza che Bing sta vivendo, una linea che diviene sempre più rarefatta e che talvolta non permette di mantenere quella continuità con il proprio passato che risulta necessaria» (Scheda dell’Archivio Nazionale Cinematografico della Resistenza, 2007).
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