Video realizzato in occasione di una mostra di Jean Tinguely al Centre Georges Pompidou di Parigi. Al video si affianca un libro di 140 pagine ideato dall'artista stesso.
Primo Premio come miglior video al Festival Internazionale del Film sull’Arte di Asolo nel 1991.
Cataloga – responsabile di videocataloghi di mostre, artisti, musei - è la casa di produzione fondata a Torino nel 1985 da Barberi e Marco Di Castri.
«Purtroppo Tinguely l'abbiamo scoperto tardi. È stato un incontro fulminante. Per noi lui è stato esaltante, forte nel modo di mettere assieme la vita e l'arte. Tinguely è l'ultimo artista delle avanguardie storiche del novecento, appartiene ad un'altra epoca. Oggi l'arte è altra cosa. Tinguely non esiste più. La vita entra nell'opera e l'opera entra nella sua vita. Mi dispiace che questa cosa non esista più. […] Lavoriamo con Tinguely. Orari pazzeschi. A sera eravamo sfatti. Un giorno ci invita a cena. Pensiamo la cosa più ovvia, andiamo in un ristorante. "Stop", Tinguely ci ferma. Lo seguiamo. Lui parte come una scheggia e ci porta nei meandri di questa fabbrica a noi sconosciuti. Entriamo in una cucina dove c'era un fornello, un frigo, e il resto tutte scatole, milioni di scatole e scatolette. Sul fornello c'era un pentolone da campo militare. Tinguely prende la pentola e, come aveva saldato, fin poco prima, inizia a riempirla di spaghetti. Prende una padella, apre quattro o cinque scatole di pomodoro. Tempo per scaldarlo: due minuti. Spegne il fuoco e butta la pasta nella padella del pomodoro. Tutto questo l'ha fatto con i tempi, i gesti, la velocità con cui fa le sue sculture. Poi ci serve il piatto. Noi? Increduli... Lui aveva già mangiato un piatto di spaghetti, guarda le nostre facce e aggiunge: "Bon appetit"!» (G.Barberi, in P. Scremin, a cura, Gianfranco Barberi e Marco Di Castri. Quando il video incontra il cinema, Antenna Cinema Arte, XXVIII Festival Internazionale del Film sull’Arte, Treviso, 1996).
«Il primo Videocatalogo è stato dell'88, con Jean Tinguely. Il libro era opera sua, un oggetto che andava al di là della mostra. Il film, inoltre, contemplava tutta una serie di materiali di repertorio montati con una piccola parte di riprese nel suo atelier alla Verrérie nel I988, poi utilizzate integralmente in Tinguely à la Verrérie» (M. Di Castri, Ibidem)
«La fluidità è l'atmosfera comune che i loro video trasmettono: non la semplice gradualità ritmica o la gradevole messa in fila delle immagini, ma il potere di avvolgimento, il senso di flusso in movimento che si riflettono ovviamente nel montaggio ma soprattutto nelle riprese sempre un po’ aeree, fluttuanti, come le carrellate circolari di Tinguely » (A. Amaducci, in P. Scremin (a cura), Gianfranco Barberi e Marco Di Castri. Quando il video incontra il cinema, Antenna Cinema Arte, XXVIII Festival Internazionale del Film sull’Arte, Treviso, 1996).
«Il primo Videocatalogo presentato nei giorni scorsi a Parigi ha un passato tutto italiano, per la precisione torinese. A creare, pianificare e distribuire il video oggetto, è stata infatti Cataloga, una piccola ma agguerrita società nata da soli tre anni nel capoluogo torinese» (S. Serra, “Panorama”, 18.12.1988).