«This film shows some rather novel scenes in Santa Claus land and in the land where Mephisto reigns. There is an interesting representation of a flight through the air. [...] It will please those who like much energy and action and not much sense» (“The New York Dramatic Mirror”, 4.21911).
«If it is possibile to get into a scrape, Foolshead can be dependend upon to accept the possibility. In this instance he might have had a pleasant Christmas, but he was to greedy. He wanted too much, and so got nothing. The working out affords opportunity to display to good advantage his peculiar talents, and the audience is kept in good humor throughout the picture» (“The Moving Picture World”, 7.1.1911).
«Il film è notevole per due motivi. In primo luogo denuncia, più di molti altri, l’origine francese della demente estetica di Deed: aggressività, ironia, dinamismo incondizionato e disinvoltura di fronte alla religione, padreterno compreso. Ma, da questo punto di vista, Come fu che l\\\\\\\'ingordigia rovinò il Natale a Cretinetti rappresenta un caso isolato nell’austero panorama italiano. Paradigmatica, invece, è la sua interpretazione del bambino, che rifulge in Cretinetti al cinematografo e, soprattutto, in Cretinetti ebbe in dono un pallone» (P. Cherchi Usai, Giovanni Pastrone, La Nuova Italia, Firenze, 1985).
«Tenuto conto del momento della sua distribuzione, il film di fine anno può permettersi di non essere che un puro esercizio festivo: via libera alle situazioni più bizzarre o fantasiose. [...] Come fu che l\\\\\\\'ingordigia rovinò il Natale di Cretinetti è un film [...] delirante. Realizzato evidentemente con mezzi [...] imponenti e sfruttando effetti spettacolari destinati a soddisfare un pubblico più numeroso, ha una lunghezza superiore alla media (252 metri) mentre la maggior parte delle pellicole si aggira sui 150 metri» (J. A. Gili, André Deed, Cineteca di Bologna/Le Mani, Bologna/Recco, 2005).