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Cortometraggi e Documentari |
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Materiale resistente
Italia, 1995, Betacam, 80', B/N e colore
Altri titoli: Resistant Material
Regia Guido Chiesa, Davide Ferrario
Fotografia Giovanni Cavallini, Gherardo Gossi
Musica originale Retorika (Dario Parisini), Disciplinatha
Musiche di repertorio Officine Schwartz, Marlene Kuntz, Corman e Tuscadu, A.F.A. - Acid Folk Alleanza, Ustmamò, Rosso Maltese, Mau Mau, Settore Out, Africa Unite, Coro “I 101” di Fabbrico, Umberto Palazzo e il Santo Niente, Luis Llach, Disciplinatha, C.S.I., Modena City Ramblers, Yo Yo Mundi
Suono Giuseppe Napoli
Montaggio Luca Gasparini
Produzione Franca Bertagnolli, Davide Ferrario, Maurizio Totti per Dinosaura, in collaborazione con Colorado Film
Note Canzoni: Officine Schwartz (Ciao bella, tradizionale), Marlene Kuntz (Hanno crocifisso Giovanni, da una poesia di Lea Ferrante), Corman e Tuscadu (La complainte du partisan), A.F.A. - Acid Folk Alleanza (Con la guerriglia, tradizionale), Ustmamò (Siamo i ribelli della montagna, tradizionale), Rosso Maltese (Il canto dei deportati, tradizionale), Mau Mau (Resistenza, marzo ’95), Settore Out (Amore ribelle, tradizionale), Africa Unite (Il partigiano John), Coro “I 101” di Fabbrico (Spara Juri), Umberto Palazzo e il Santo Niente (Wir sind Partisanen, tradizionale), Luis Llach (Lou Pal, adattamento dei Lou Dalfin), Disciplinatha (Vi ricordate quel 18 aprile?, tradizionale), C.S.I. (Guardali negli occhi, tradizionale, Linea gotica), Modena City Ramblers (Bella ciao, tradizionale), Yo Yo Mundi (I banditi della Acqui, tradizionale); tecnici del suono: Emanuele Cecere, Claudio Morra, Marco Tidu; organizzazione: Giovanni Saulini; montaggio in Avid; interviste: Gabriella Morandi.
Il Comune di Correggio, la Provincia di Reggio Emilia e il Consorzio Produttori Indipendenti ha pubblicato il cd Materiale resistente che contiene canzoni di: Csi, Mau Mau, Yo Yo Mundi, Marlene Kuntz, Skiantos, Africa Unite, Afa, Ustmamò, Officine Schwartz, Gang, Settore Out, Corman & Tuscadu, Disciplinatha, Lou Dalfin, Modena City Ramblers, Umberto Palazzo, Rosso Maltese e il coro I 101 di Fabbrico. Dinosaura e Lab80 hanno pubblicato un libro intitolato Materiali resistenti che contiene testi di Ferrario, Chiesa, Giovanni Lindo Ferretti e Fabrizio Tavernelli.
Sinossi
«All’inizio fu un disco. In occasione del 50° anniversario della Liberazione, su iniziativa del Consorzio Produttori Indipendenti, 18 tra i migliori gruppi del rock italiano incidono un cd intitolato Materiale resistente. Per l’uscita del disco – che contiene rifacimenti di celebri canzoni della Resistenza, nonché brani scritti ad hoc – viene organizzato un concerto il 25 aprile 1995 a Correggio, provincia di Reggio Emilia, con l’aiuto dell’Amministrazione locale. Un gruppo di cineasti – Guido Chiesa e Davide Ferrario alla regia – decide di trasformare l’evento nello spunto di base per un film che racconti 50 anni di antifascismo come “sentimento”, fuori dalla retorica e dall’ideologia, ma usando la musica come “filo rosso” per mostrare volti, idee, passioni, contraddizioni e smarrimenti di generazioni che vanno dai vecchi artigiani ai giovani di oggi. Materiale resistente, un film nato per caso ma per nulla casuale» (G. Chiesa, D. Ferrario, in D. De Gaetano, a cura, Tra emozione e ragione. Il cinema di Guido Chiesa, Lindau, Torino, 2000).
Dichiarazioni
«Dal 1948 la democrazia italiana non è stata un fatto acquisito, ma una battaglia quotidiana tra un fascismo che vuole tornare e un antifascismo che è l’unica religione civile possibile della nazione. È una battaglia che si è combattuta nelle piazze, nelle scuole, nelle fabbriche, nei quartieri. Una battaglia che ha avuto i suoi morti sul campo e le sue vittime innocenti, da Piazza Fontana in poi. Una battaglia, infine, che oggi non sembra più chiedere sangue, ma piuttosto spostarsi sull’impalpabile terreno della virtualità, di un fascismo senza manganello ma con tanto karaoke. Non lasciamoci ingannare. Il fascismo campa da sempre sull’ignoranza. E di ignoranza, in giro, ce n’è fin troppa»
(D. Ferrario, Materiali resistenti, Dinosaura/Lab80, Bergamo, 1995).
Il film mostra come sono vissuti oggi i valori della Resistenza e della Liberazione, attraverso la documentazione del concerto del 25 aprile1995 a Correggio e attraverso numerosi contributi raccolti in contesti diversi (perlopiù in occasione di feste e celebrazioni), a cui sono alternate immagini storiche. Tra le interviste, quelle ai partecipanti ad una manifestazione per la Liberazione tenutasi nel quartiere torinese Basse Lingotto, ai protagonisti dello spazio popolare autogestito La ludoteca, nel quartiere romano di Pietralata, ai responsabili dell’Archivio audiovisivo del Movimento operaio e democratico di Roma e ad un ex-partigiano torinese.
«L’operazione Materiale resistente non può essere giudicata solo col cervello. Entrano in gioco altri organi, dal cuore al fegato, e l’emozione diventa troppo forte. C’è un punto nel film in cui ho cominciato a sentire i brividi: quando i Marlene Kuntz suonano Hanno crocifisso Giovanni (testo di Lea Ferrante, musica di Godano, Bercia e Tesio). E non è solo per la bellezza della canzone, per l’emozione politica, per la lucida, feroce rabbia antifascista che esplode nel testo […], insomma non è solo per la Resistenza. È per il suono aspro e acido de Marlene Kuntz, per quelle schitarrate violente che sono cresciute negli anni del punk, che sanno di Sex Pistols e di Nirvana. La Resistenza incontra il rock'n'roll: e per chi si è nutrito di entrambi questi miti, è qualcosa di ubriacante, di selvaggiamente, spudoratamente, vigorosamente bello» (A. Crespi, “Cineforum”, n. 348, 1995). La collaborazione tra Ferrario e Chiesa funziona in modo eccellente proprio perché entrambi amano la musica rock e si sforzano da molti anni di mantenere vivo, con i loro film a soggetto e i documentari, il ricordo e lo spirito della Resistenza.
Una grande passione politica è alla base di Materiale resistente, sia quando si esibiscono i gruppi musicali, sia quando sul palco di Carreggio sale l’ex sindaco Nicolini, incarcerato per dieci anni per un omicidio da lui non commesso, sia quando si alternano con un veloce montaggio testimonianze di ex partigiani e dichiarazioni di ragazzi che assistono al concerto o partecipano ad un corteo a Torino. Gli autori cercano così di mostrare la complessità della realtà contemporanea in cui convivono istanze contraddittorie: ai valori della Resistenza riconfermati dagli anziani si contrappongono infatti l’ignoranza che molti giovani dimostrano nei confronti degli eventi storici del nostro Paese. Ne deriva un quadro composito che mostra la difficile ma non impossibile integrazione di due mondi e mentalità diversi attraverso il tramite della musica.
La musica rock infatti fa da contrappunto alle interviste raccolte, con un forte rapporto tematico tra i testi delle canzoni e le parole degli intervistati. Abbiamo canti popolari, canti della Resistenza e canzoni recenti che assumono però nuovi significati nel momento in cui vengono inserite in questo contesto. Bella ciao – le cui origini affondano nella cultura popolare europea - è proposta in cinque versioni diverse; quella più toccante è eseguita da un coro improvvisato di centinaia di persone per esprimere affetto e solidarietà a Nicolini. Una canzone molto più recente, Spara Juri, scritta nel 1983 e portata al successo dai CCCP traendo spunto dall’abbattimento di un aereo americano sul territorio sovietico, è cantata dal coro “I 101” di Fabbrico con intento provocatorio. Un membro del coro così sintetizza la loro scelta: «Sfida. Solo questa parola mi viene in mente nel pensare alla elaborazione di Spara Juri. La sfida era già nei termini della questione: spostare un brano già con molto carattere come questo – scarno armonicamente e melodicamente, vivo per merito dell’ossessività ritmica, l’impatto di suono, la singolarità del testo e dell’interpretazione di Ferretti – in una dimensione totalmente altra, storicamente e costitutivamente costretta per sua natura a rinunciare a molti degli elementi che reggono il brano. Ciò che ne è uscito è un’altra cosa, il cui impatto è ben altro dall’originale» (O. Accorsi, in D. Ferrario, a cura, Material resistenti, cit.).
«Chiesa […] viene coinvolto da Davide Ferrario a riprendere un concerto di gruppi italiani a Correggio in occasione del 50° anniversario della Liberazione, di fronte a un pubblico eterogeneo, formato da ex-partigiani e giovani rockettari. Il documentario, dal titolo Materiale resistente, è una riflessione sull'antifascismo con uno stile fresco, veloce, giovane, ritmato sui canti della Resistenza interpretati dai gruppi di punta della musica antagonista italiana: CSI, Marlene Kuntz, Mao Mao, Officine Schwartz, Africa Unite, Lou Dalfin. Un connubio tra impegno e passione, che segna anche la fine della sua attività di giornalista musicale: l'intervista con i CSI per “Rumore” è t'ultimo articolo su una rivista musicale» (D. De Gaetano, “Quaderni del CSCI” n. 6, 2010).
Scheda a cura di Davide Larocca
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