Documentario presentato al Festival Internazionale Cinema Giovani del 1993.
«1973/1993 Vent’anni dopo: abbiamo ripreso, in un’intervista filmata, uno di quegli stessi operai, Riccardo Braghin, che vent’anni fa erano stati intervistati durante quelle giornate di lotta, realizzando attraverso la sua memoria e testimonianza di protagonista e riutilizzando e rimontando il materiale girato nel marzo del 1973 il commento dei fatti e delle immagini su “quei giorni alla Fiat”» (Armando Ceste,
www.torinofilmfest.org).
La lotta operaia mostrata nel film, per radicalità e determinazione, arrivò a scavalcare le stesse organizzazioni sindacali. La direzione e l’organizzazione di questa forma di lotta aveva come principali protagonisti delegati e avanguardie operaie che facevano riferimento alla sinistra sindacale e a gruppi extraparlamentari (in particolare Lotta Continua). La caratteristica principale di questa occupazione fu l’assoluta novità delle strategie e degli obiettivi rispetto alle precedenti lotte operaie di questo tipo. Non più un’occupazione che garantiva comunque il lavoro e la produzione, ma presidi ai cancelli per impedire l’ingresso e l’uscita delle merci, per attuare così un controllo operaio sulla fabbrica e sul blocco totale della produzione.
Riccardo Braghin, l’operaio che viene intervistato nel film, è scomparso nell’estate del 2005; nel novembre dello stesso anno è stata ricordata la sua esperienza in una serata, presso il circolo culturale Hiroshima Mon Amour, attraverso le testimonianze dei suoi amici e compagni di lotta; in particolare da Stefano Della Casa, lo scrittore Erri De Luca e il regista Armando Ceste. In quell’occasione è stato proiettato nuovamente il film che è stato anche ristampato in DVD e venduto per ottenere fondi da destinare al gruppo Medici senza Frontiere.