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Lungometraggi |
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L'amore canta
Italia, 1941, 35mm, 82', B/N
Altri titoli: Love Song
Regia Ferdinando Maria Poggioli
Soggetto Ferdinando Maria Poggioli dal film svedese "Swing it Magistem"
Sceneggiatura Pietro Germi, Ferdinando Maria Poggioli
Fotografia Carlo Montuori
Musica originale Mario Nascimbene
Montaggio Ferdinando Maria Poggioli
Scenografia Natale Steffenino
Arredamento Natale Steffenino
Interpreti Maria Denis (Vera), Massimo Serato (Alberto), Jone Salinas (Rosa), Dera del Monte, poi Vera Carmi (Marta Della Rocca), Alfredo Menichelli (Pietro), Domenico Viglione Borghese (suonatore di sassofono), Giacinto Molteni (signor Della Rocca), Amina Pirani Maggi (signora Della Rocca), Alfredo Varelli (giovane Longo), Anna Maria Falchi, Riccardo Garbosino, Michele Riccardini, Attilio Dottesio, Nuccia Robella
Direttore di produzione stripslashes(Dino De Laurentiis)
Produzione Roberto Dondi per Realcine, I. C. I.
Distribuzione I.C.I.
Note Nulla 31384 del 30.9.1941, 2328 m.
Dialoghi: Salvator Gotta; organizzazione generale: Natale Steffenino.
Prima di Montuori alla direzione della fotografia avevano lavorato Giovanni Vitrotti e Ugo Lombardi.
Le riprese in interni sono state realizzate negli studi Fert di Torino.
Sinossi
Il maestro di una piccola orchestra e una indossatrice dalle scarse possibilità si innamorano l’uno dell’altra, ma mentono l’uno con l’altra sulla loro condizione economica e fingono di appartenere all’alta società. Da questa situazione nascono un gran numero di incomprensioni, equivoci e litigi che portano i due alla scelta, inevitabile, di confessarsi reciprocamente la verità: inizia così una felice storia d’amore.
«La trama di questo film sacrifica ad un tema non certamente peregrino, fondata com’essa è su di un ideale identificato con la posizione più o meno brillantemente che uno possa avere nella società. [...] Protagonisti Maria Denis e Massimo Serato che hanno agito con efficacia secondo che la debole vicenda consentiva. La regia, ben condotta, è di F. M. Poggioli» (Vice, “La Tribuna”, 23.9.1941).
«Film di ordinaria amministrazione [...] basato su una situazione non nuova. [...] manca forse quel movimento estroso e scintillante che in questo genere di film è essenziale: e inoltre non sarebbe male se in bocca ai due protagonisti si fosse messo un dialogo meno andante. Ma nell’insieme si raggiunge il decoro» (Anonimo, “Corriere della Sera”, 20.12.1941).
«[…] fondata la Realcine, [Dino De Laurentiis] si rende conto di aver pensato a tutto tranne che al film da fare e rischia di venir travolto dal proprio bluff. […] In un rapido ritorno a Roma si procura numerose sceneggiature che sfoglia febbrilmente senza trovare quel che cerca. Ha vent'anni, in proprio non ha mai prodotto niente e non si sente ancora in grado di capire quando da un copione può nascere qualcosa di accettabile. Incerto sul da farsi contatta Roberto Dandi, amministratore delegato dell'Ici (Industrie Cinematografiche Italiane), al quale vorrebbe affidare la distribuzione dei suoi futuri e ancora fantomatici film; e nel corso della visita lo accompagna alla proiezione di una pellicola svedese da acquistare per l'Italia. Si tratta di un filmetto musicale intitolato Swing It Magistern che Dandi scarta; Dino, al contrario, non lo trova affatto male. La storia è quella di un musicista da caffè che si innamora, ricambiato, di un'indossatrice: però hanno entrambi la debolezza di presentarsi per ciò che non sono e ne nascono equivoci infiniti. Perché non copiarlo? Dino telefona esultante a Steffenino annunciando: "Ho scoperto un film che ha avuto successo in tutta Europa, lo rifacciamo e non corriamo rischi". A lavorare sulla sceneggiatura Dino chiama l'amico regista del Centro, Pietro Germi, sempre a caccia di lavoro. Per i dialoghi invece punta subito alto e si azzarda a scomodare uno scrittore allora celebre, Salvator Gotta. Acquisiti i diritti (o allegramente rapinati, non lo sapremo mai), l'esordiente produttore fa un colpo che si potrebbe già definire "alla De Laurentiis": riesce chissà in che modo ad assicurarsi come regista l'universalmente stimato Ferdinando Maria Poggioli e come attrice protagonista la diva Maria Denis, che insieme hanno appena girato, proprio a Torino, il grande successo del momento, Addio giovinezza! “Non vorrei attribuirmi un merito che non ho, ma forse in quel momento inventai il remake, che almeno in Italia allora era una novità. Questo è un interrogativo da sottoporre a qualche storico del cinema” [Dino De Laurentiis]. Primo titolo della neonata Realcine, L'amore canta non è accolto affatto bene dalla critica e lascia scontenti sia la protagonista che il regista. Dirà la Denis: "Non era degno di Poggioli e neanche di me. Una cosa molto leziosa. Fatta per il grosso pubblico" (da Cinecittà anni trenta, a cura di Francesco Savio). Infatti il pubblico risponde bene, l'operazione funziona» (T. Kezich, A. Levantesi, Dino. De Laurentiis, la vita e i film, Feltrinelli, Milano, 2009).
Scheda a cura di Matteo Pollone
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