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Lungometraggi |
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L'usuraio
Italia, 1943, 35mm, 80', B/N
Regia Harry Hasso
Soggetto da un dramma di Hans Possendorff
Sceneggiatura Guido Cantini, Gherardo Gherardi
Fotografia Renato Del Frate
Musica originale Gino Filippini
Montaggio Giancarlo Cappelli
Scenografia Salvo D’Angelo
Costumi Gino C. Sensani
Interpreti Maria de Tasnady (Laura Varni), Aldo Fiorelli (Stefano), Rafael Calvo (Arlandi), Lori Randi (Grazia), Luis Hurtado (padre di Grazia), Guglielmo Sinaz (Varni), Romolo Costa, Carlo Duse, Edoardo Grandi, Nicola Maldacea, Manlio Mannozzi, Alberto Marchiç, Toto Mignone, Livia Minelli, Umberto Spadaro
Direttore di produzione Francesco Vaghi
Produzione Bassoli, S.A.C.C.I.
Distribuzione E.N.I.C.
Note Nulla Osta n. 31.835 del 25.1.43; 2.600 metri. Data di produzione: 1942. Prima proiezione pubblica: 10.2.1943.
Il film è stato annunciato in “Cinema” (25.7.1942) con la regia di Sergio Grieco, l’interpretazione di Camilla Horn, Rafael Calvo, Luis Hurtado, Valentina Cortese, e la distribuzione Cine-Tirrenia. Due mesi dopo lo stesso “Cinema” (25.9.1942) cita i dati del cast definitivi, ma al posto di Maria de Tasnady figura Dorothea Wieck.
Le riprese degli interni sono state realizzate negli studi FERT di Torino.
Sinossi
Un ragazzo senza possibilità economiche si innamora di una giovane dell’alta borghesia, ma il loro matrimonio viene impedito dalla famiglia di lei a causa delle differenti posizioni sociali. Il giovane decide, pieno di rancore, di accumulare nel più breve tempo possibile una grande quantità di denaro con qualsiasi mezzo. Inizia così la sua carriera di usuraio, che lo porta a diventare un uomo ricco, ma solo. Passati gli anni, la donna che tanto aveva amato in passato si rivolge a lui per farsi prestare del denaro: deve risolvere i guai provocati dal suo giovane figlio; l’usuraio, che ancora desidera vendicarsi, le nega il denaro. Tutto cambia quando egli viene a sapere che il ragazzo è anche figlio suo. In preda al rimorso rinnega il proprio passato, smette il lavoro infame dell’usuraio e nomina il ragazzo erede di tutti i suoi averi.
«Un esempio di melodramma, con tutti i suoi ingredienti di declamazioni enfatiche, di parrucche impolverate, di abiti odorosi di naftalina, di amori e onori spagnoleschi, è L’usuraio, film che Harry Hasso ha diretto con pesante e convenzionale andamento» (G. Visentini, “Film”, 14.8.1943).
«Non sappiamo chi abbia inventata questa bolsa, meccanica e melodrammatica storia: né chi l’abbia sceneggiata e dialogata, né quali valide ragioni abbiano indotto dei produttori a realizzarla sullo schermo. Ma per film come questi – inutili e indigesti – non mette conto di sciupare troppa carta. Il regista è Harry Hasso, fra gli esecutori sono Rafael Calvo, Maria de Tasnady, Luis Hurtado. [...] Domina su tutti, la sbracciata teatralità di Calvo, l’indimenticabile Moscardò di L’assedio dell’Alcazar» (A. Vesce, “Il Mattino”, 30.6.1943).
Scheda a cura di Valeria Borello
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