Nulla Osta n. 3.029 del 11.4.1914.
Non si conosce l’identità del regista del film.
L’attrice Ines Lazzarini è accreditata come Anna Lazzarini.
Distribuito in Olanda.
Durante il carnevale, il giovane pittore Marcello trascura la propria compagna Giulia per corteggiare la sartina Lucy, che vive accanto alla coppia in compagnia della madre, ormai molto malata. Per festeggiare la vendita di un quadro a un antiquario, Marcello invita la vicina di casa a partecipare con lui a un ballo mascherato e abbandona bruscamente Giulia, che resta a casa da sola a disperarsi e può così sentire la madre di Lucy, prossima alla morte, lamentarsi e invocare la presenza della figlia. Per non dare un dolore all’anziana donna e poterla accudire negli ultimi minuti della sua vita, Giulia si traveste da Pierrette – costume indossato anche da Lucy – e finge di essere la propria rivale in amore. Al ritorno dalle feste, sorridenti e in preda all’alcool, Marcello e Lucy restano profondamente colpiti dagli avvenimenti e il pittore si riconcilia con la fedele e sensibile compagna.
«È una di quelle films, pur troppo rare e delle quali invece sarebbe bene se ne generalizzasse l’usanza, è cioè una film di medio metraggio. Appunto per questa sua dote principalissima è un lavoro riuscito in ogni sua parte. Tutta una storia di amore e di morte, che si svolge in poche scene, contenute in sei o settecento metri di pellicola, dense di vita reale, piene di mille altre scene invisibili e che si indovinano facilmente. [...] La morte, nella sua grande maestà, aveva evitato un dramma e, dinanzi alla povera vecchia morta, le tre anime giovanili si compresero meglio e piansero sinceramente. L’esecuzione è stata pari alla bontà ed alla quadratura del soggetto; Lucy Kornach seppe far valere la sua bellezza plastica e le sue doti di pregevole attrice nella parte di Lucy, la Lazzarini Stefani ha dato un bel risalto alla parte di Giulia, la Ripamonti ha avuto dei buoni momenti drammatici nella parte della madre di Lucy, ed Alfredo Bertone ha resa la figura di Marcello con grande efficacia e con bell’intuito artistico. Ottima la messa in scena e bellissimi alcuni quadri riproducenti la lieta gazzarra del caratteristico carnevale torinese. Nitida la fotografia» (E. Ciappa, “La Vita Cinematografica”, n. 16, 30.4.1914).
«Una discreta film è stata proiettata in queste sere sullo schermo dell’ “Excelsior”, La maschera pietosa, dell’ “Ambrosio”, che ha richiamato un pubblico enorme e distinto. Non voglio entrare nel merito di questa film, perché non ne vale la pena: si tratta di una film dalla quale esula completamente l’originalità; è soltanto all’esecuzione artistica (che è riuscitissima) e alla mise en scène che è dovuto il successo» (Bruno, “La Cine-Fono”, 7.5.1914).