Questo documentario è stato distribuito anche dal quotidiano torinese “La Stampa”.
«È stato simpatico lavorare con Bruno Gambarotta» (D. Gaglianone, dichiarazione inedita).
«A molti ha ricordato lo spirito con il quale Mario Soldati negli anni Cinquanta inventò di fatto il reportage televisivo in Italia grazie al suo straordinario Viaggio nella valle del Po in cui indagava sui costumi e i gusti degli italiani. E forse quel lontano magistrale reportage ha davvero ispirato Guarda un Po che fiume. A Torino e dintorni, straordinario documentario che vede uniti torinesi di tre generazioni diverse. Bruno Gambarotta, giornalista e scrittore nonché regista e presentatore ma anche attore, non ha certo bisogno di essere presentato. Lo stesso si può dire di Danie le Gaglianone, pluripremiato regista torinese che alterna film di finzione e documentari. Chi invece va presentato è il più bravo di tutti, e cioè il bambino che accompagna Gambarotta nel suo peregrinare lungo gli argini del Po. Il mistero è presto svelato perché il bambino è suo nipote. Ed è bravissimo nell' ascoltare e qualche volta interloquire con il nonno impegnato a raccontargli le storie del fiume. Già, perché il documentario del quale Gaglianone è regista si configura come una passeggiata in. varie tappe: dai ponti sul fiume alle lavanderie di una volta, dai siti di valore artistico alle attività sportive e ricreative, dalla cava al museo naturalistico, dai cercatori d'oro alle oasi per le cicogne» (S. Della Casa, “La Stampa-TorinoSette”, 4.2.2011).