Regia Guido Chiesa
Soggetto Valerio Binasco
Sceneggiatura Guido Chiesa, Piersandro Pallavicini
Fotografia Gherardo Gossi
Musica originale Teho Teardo
Musiche di repertorio Teho Teardo (Stairs, Ambientone, Not a Word)
Suono Elena Denti, Giuseppe Napoli
Montaggio Luca Gasparini
Interpreti Valerio Binasco (Fausto), Shirley Falchi (Cristiana), Donatella Civile (Anelka), Davide Lorino (Mauro), Nicola Pannelli (Barenghi), Fausto Paravidino (Robertino), Chiara Pinguello (Claudia), Franco Ravera (Luciano), Daniela Tusa (Simona), Matteo Alfonso (figlio di Barenghi e Claudia), Marta Massone (figlia di Luciano), Said Rouzi e Chisikh Ndiave (gli stranieri)
Produttore esecutivo stripslashes(Guido Chiesa)
Produzione Fandango, in collaborazione con Tele +
Note Suono in presa diretta; interviste in bianco e nero con: Laura Bombonato, Elvira Casagrande, Patrizia Leardi, Carlo Orlando, Roberto Pochettini, Mauro Porrati, Virna Ricci, Sabrina Robino, Maurizio Sacco, Raffaella Tripodi, Silvana Vigevani.
Sinossi
Il film utilizza i dialoghi di un gruppo di amici e spezzoni di servizi giornalistici per documentare la reazione di una piccola comunità, quella di Novi Ligure (cittadina di circa 30 mila abitanti in provincia di Alessandria), di fronte all’efferata uccisione di una donna e del suo figlioletto, avvenuta il 21 febbraio 2001. Da principio, per 48 ore, la gente sospetta che i colpevoli siano da ricercarsi tra i tanti immigrati albanesi o slavi che vivono nella zona: crescono la paura e la diffidenza. Quando, poi, gli inquirenti scoprono che gli assassini sono la figlia della donna uccisa ed il fidanzato della ragazzina, gli abitanti di Novi si difendono dall’accusa di razzismo.
Dichiarazioni
«Questo non è un film di denuncia, non ci interessa giudicare piuttosto raccontare e possibilmente capire la “paura” che attraversa la coscienza collettiva. Non vogliamo trasformare in “spettacolo” un evento reale. È stato l’evento stesso a trasformarsi via via in spettacolo, facendo ricorso a tutti gli espedienti retorici possibili. Che risulterebbero tediosamente ridondanti se non fossero intimamente generati da un vero sentimento del dolore, da una febbre collettiva, da un comune spiazzamento» (G. Chiesa, in 21° Torino Film Festival, Associazione Cinema Giovani, Torino, 2003).
Guido Chiesa mostra come l’interpretazione della realtà venga generalmente elaborata sulla base di schemi mentali dettati da paure che inquietano la società: è lucida la sua analisi di come i mass-media influenzano gli individui e di come questi ultimi sviluppano elementi incerti secondo ragionamenti stereotipati. Sono stati loro. 48 ore a Novi Ligure, un po’ finzione ed un po’ documentario, descrive bene, attraverso i dialoghi tra un gruppo di amici, il modo in cui una comunità si scaglia contro gli extracomunitari, accusandoli di un cruento delitto in cui in realtà nessuno straniero è in alcun modo implicato.
Scheda a cura di Davide Larocca
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