«Storie di Palazzo è la trasposizione delle delusioni esistenziali di due falliti “quasi barboni”, attraverso un viaggio che si snoda per i vicoli e nel mercato di Porta Palazzo. I due protagonisti, che sono “visti” dall’esterno, attraverso lunghe inquadrature, nel corso di una mezza giornata che va dal risveglio al primo pomeriggio, si “perdono” nella grandezza architettonica della Porta Palatina e dei portici, nell’indifferenza della gente e nella confusione del grande mercato. Qui essi ripercorrono, tramite un linguaggio volutamente letterario (uno di essi, infatti, si reputa un mancato intellettuale), i motivi del loro fallimento. Nicola, mancato direttore d’orchestra e Giovanni, mancato venditore ambulante, vagano per il mercato e nel pomeriggio, quando la piazza è vuota, danno sfogo alle loro passioni, l’uno offre la merce a ipotetici acquirenti, l’altro dirige un’orchestra che non esiste» (P. Fiorenza, in S. Della Casa, a cura, Spazio Aperto, 2° Festival Internazionale Cinema Giovani, 1984).