«Il “Mondo Esterno” visto attraverso gli occhi di un tossicodipendente che vive soltanto più le emozioni dei passanti che guarda tutto il giorno dalla finestra di casa sua; ma forse anche i passanti sono frutto della sia immaginazione, e alla sua porta non bussa più lo spacciatore, ma la vera essenza della droga, che era apparsa bellissima all’inizio, e che ora si rivela con il suo vero nome: la Morte» (Città di Torino Assessorato alla Gioventù, Cinema e video a Torino 1992, E.D.T., Torino, 1992).
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