Regia Enzo Battaglia
Soggetto Walter Navarra
Sceneggiatura Giorgio Prosperi, Enzo Battaglia
Fotografia Guido Cosulich de Pecine
Operatore Roberto Forges Davanzati
Musica originale Ennio Morricone
Montaggio Maria Rosada
Arredamento (Bere)Nice Spadaro
Costumi (Bere)Nice Spadaro
Aiuto regia Sergio Nasca
Interpreti Enrique Omar Sivori (se stesso), John Charles (se stesso), Giuseppe Adami (se stesso), Massimo Girotti (Ugo Sanfelice), Valeria Ciangottini (Liliana), Johanna Shimkus (Alexandra), Riccardo Garrone (Arturo Baldi), Gaspare Zola (Nanni Moretti), Angela Freddi (Ada Mauri), Nicole Tessier (Olivia Cesarini Argan), Edy Biagetti (dirigente sportivo), Beppe Barletti (se stesso), Alfredo Dari (Renato Cesarini)
Direttore di produzione Enzo Giulioli
Ispettore di produzione Ugo Novello
Produzione Walter Navarra per Di.Do Didattica Documentari, Torino
Distribuzione De Laurentiis
Note Visto censura 45981 del 11.11.1965; 2.790 metri. Vietato ai minori di 18 anni.
Direttori d’orchestra: Ennio Morricone, Bruno Nicolai; cantante: Pierfilippi; coro: I Cantori Moderni di Alessandrini; canzoni: Le cose più importanti, Il cimitero è meraviglioso, Si può morire cantate da I Gufi; assistente operatore: Giuseppe Lanci, Roberto Forges Davanzati; assistente al montaggio: Pina Triunveri; assistente alla regia: Sergio Nasca; altri interpreti: I Gufi (Roberto Brivio, Nanni Svampa, Gianni Magni, Lino Patruno; segretario di edizione: Noris Navarra.
Sinossi
Lo scrittore Ugo Sanfelice, incaricato di scrivere una biografia del calciatore della Juventus Omar Sivori, si reca a Torino entrando in contatto con alcune persone dell’ambiente calcistico, tra cui una giovane promessa, il centravanti Nanni Moretti, il quale gli racconta le sue esperienze: il tirocinio in una squadretta di provincia; il promettente esordio nella Juventus accanto al grande Sivori; l'abbandono della fidanzata; il precoce declino causato da una vita disordinata. Sanfelice riesce ad incontrare Sivori proprio quando il campione sta lasciando la Juventus per conoscere una nuova popolarità presso il Napoli.
«Gli idoli che Battaglia vorrebbe mostrarci controluce, ma che in realtà finisce col lasciar cadere ben presto nell’ombra della banalità e del luogo comune, sono quelli del calcio […] La vicenda è poco più di un pretesto» (D. Zanelli, “Il Resto del Carlino”, febbraio 1966).
«Core ‘e mamma, Sivori, si’ n’u ddjio, quanto si’ bello ed altre colorite frasi d’ammirazione hanno rumorosamente salutato […] l’ingresso del popolare calciatore argentino nel cinema Bellini [di Napoli], dove è stato proiettato – in prima mondiale – il film Idoli controluce, una pellicola girata con propositi moralistici [...] Il locale – costruito ai primi del ‘900 con fregi stile liberty e successivamente rimodernato – è risultato insufficiente a contenere la folla che, fin dalle prime ore della sera, si era accalcata al botteghino, ove, ben prima dell’inizio dello spettacolo, è stata apposta la scritta “tutto esaurito”. I biglietti erano stati accaparrati appena messi in vendita dai bagarini che hanno chiesto fino a cinquemila lire per le poltrone di sala ed una buona somma di poco inferiore per i posti di palchi. Migliaia di persone hanno dovuto accontentarsi di acclamare sotto la pioggia Sivori allorché è giunto in automobile. […] Egli ricorda […], non senza preoccupazione, gli eccessi di entusiasmo che suscitò il suo arrivo a Napoli [città nella cui squadra ha giocato dal 1965 al 1969]. Per evitare che si ripetessero simili scene, Sivori non ha risposto al saluto della folla. […] La pellicola è ambientata a Torino, nel periodo in cui Sivori ha fatto parte della Juventus [dal 1957 al 1965]. La trama è piuttosto artificiosa. […] Tutta la vicenda è congegnata per sfruttare la popolarità del calciatore ai fini di cassetta. Manca al protagonista – definito dal regista un ottimo attore – il tratto spontaneo ed umano, anche se si è cercato di dare alla storia un carattere personale centrandola sull’attrito esistente tra Sivori e l’allenatore Heriberto Herrera» (A. Luise, “La Stampa”, 13.11.1965).
«Sivori e Charles appaiono per parecchi minuti all'interno del film che infatti verrà in futuro utilizzato molto spesso per le immagini dei due grandi campioni juventini. Forte presenza all'interno del film anche per il gruppo cabarettistico dei Gufi che scherza evidentemente sulla scaramanzia: le due canzoni da loro interpretate si intitolano infatti Si può morire e Il cimitero è meraviglioso» (S. Della Casa, “La Stampa – TorinoSette”, 5.6.2005).
Scheda a cura di Davide Larocca
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