Regia Gianni Pons
Soggetto Gianni Pons, Gianni Pons
Sceneggiatura Edmondo Cancellieri
Fotografia Franco Pesce
Musica originale Giovanni Militello
Montaggio Dolores Tamburini
Scenografia Piero Rosi
Aiuto regia Edmondo Cancellieri
Interpreti Camilla Horn (Anna), Cesco Baseggio (Matteo), Luis Hurtado (Puccio), Silvia Manto (Maria), Arturo Bragaglia (il pelato), Polidor (Ganimede), Fausto Guerzoni (Pacotto), Wandina Guglielmi (Mirella), Renato Malvasi (inventore), Carlo Chertier (il “duca”), Luigi A. Garrone (il banchiere), Edoardo Toniolo (Antonio), Paola Veneroni, Pina Gallini, Vera Ruberti
Direttore di produzione Dino Santambrogio
Produzione Francesco Bartolomeo per Andros Film
Distribuzione S.C.I.A.
Note Nulla Osta n. 7.497 del 7.12.1942
Dialoghi: Cesare Giulio Viola; assistente operatore: Gianni Alberto Vitrotti; altri interpreti: Satia Benni, Giovanni Dal Cortivo, Alessandra Adari, Mirka Economu, Mara Majocchi, Elena Zotti, Carlo Lodovici; segretario di produzione: Rosario Restivo; prima proiezione pubblica: 07.12.1942.
La piccola Wandina Guglielmi, che interpreta la parte di Mirella, era la figlia di Polidor, il grande attore e produttore del cinema muto che qui riveste il ruolo di Ganimede.
Il primo cast annunciato dalla rivista “Film” era molto diverso: comprendeva infatti Sergio Tofano, Paolo Stoppa, Mario Ferrari, Enzo Biliotti, Fausto Guerzoni, Ugo Sasso, Mariù Pascoli, Jone Salinas.
Il film è stato girato negli studi FERT di Torino.
Sinossi
Quando Anna, che lavora presso un ospizio, si accorge di essere incinta, il fidanzato si rifiuta di sposarla. La sua situazione viene risolta dall’intervento di uno degli ospiti della casa di riposo che si interessa alla giovane e riesce a farla sposare all’uomo con cui ha concepito il figlio. Nonostante le richieste della ragazza, che vorrebbe che il vecchio protettore andasse a vivere con lei e il marito, l’uomo rifiuta per non disturbare l’intimità dei due giovani.
«Gianni Pons, questo giovane regista italiano, educato alla rigida scuola di autentici artisti, quali G.W. Pabst e Alessandro Blasetti, ha saputo dunque architettare un film di buon gusto, senza far ricorso ad eccessivi cerebralismi, mantenendosi in un clima di umanità, affiancando al gruppo dei vecchi pervenuti al crepuscolo della propria esistenza, alcune graziose fanciulle che tentano il primo passo verso l’incognito, e che ad essi ricorrono, attingendo alla fonte dell’esperienza trascorsa. Siamo lieti che al suo esordio Gianni Pons si sia misurato in un film di vasto respiro, oseremmo per dire ambizioso. Egli ha saputo condurre a termine la sua fatica, soccorso da un indiscutibile buon gusto. Bisogna pure affermare che alla felice riuscita del lavoro hanno collaborato attori di grande valore, quali Cesco Baseggio, Renato Malavasi, Luis Hurtado (nella doppia parte del vecchio inventore e del giovane Antonio), Arturo Bragaglia, Fausto Guerzoni, Polidor, Chartier, Garrone, Silvia Manto. Protagonista femminile de L’angelo del crepuscolo è Camilla Horn, circondata da tre giovani e belle compagne: Vera Ruberti, Paola Veneroni e Satia Benni» (I. Dragosei, “Film” n. 24, 13.6.1942).
«Un film modesto, assai modesto, così come la penuria dei mezzi consentiva e ha la malinconia dei tappetini che forse qualche vecchietta ancora si ostina a trapungere, delle vecchie fotografie ingiallite, degli abiti stinti. [...] Cesco Baseggio, Camilla Horn e Luis Hurtado fanno quello che possono e non sanno, d’inquadratura in inquadratura, d’essere affidati a una regia ricca di buone intenzioni e null’altro» (M. Gromo, “La Nuova Stampa”, 7.10.1945).
«In seguito alla guerra, Pons si sposta a Torino e inizia a lavorare negli stabilimenti Fert, riuscendo nel 1943 a mettere in piedi il suo primo film come regista, L'angelo del crepuscolo. Si tratta di una piccolissima produzione, un melodramma strappalacrime su una ragazza madre che ha è alleviata nel suo dolore dall'intervento di un simpatico anziano interpretato da Cesco Baseggio, uno dei più famosi attori goldoniani che in quel periodo si era anch'egli trasferito a Torino per girare qualche film. Il film uscirà a guerra finita e non avrà alcun successo. Sempre in quel periodo Pons mette insieme un altro piccolo film, Noi non siamo sposati, che negli stabilimenti Fert sarà girato in doppia versione, francese e italiana (si trattava di film che avevano lo stesso soggetto e gli stessi costumi, ma che venivano realizzati con attori diversi e ogni ciak era recitato prima in una lingua e poi nell'altra). Anche questo film scompare ben presto dalla circolazione senza lasciare troppa traccia di sé. Gianni Pons a questo punto si trasferisce definitivamente in Spagna dove fino agli anni Sessanta il suo nome appare in molti film a basso costo» (S. Della Casa, “La Stampa – TorinoSette”, 30.10.2009).
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