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ENCICLOPEDIA DEL CINEMA IN PIEMONTE

Cortometraggi e Documentari



Le pere di Adamo
Italia/Francia/Danimarca/Svizzera, 2007, 35mm, 90', Colore


Regia
Guido Chiesa

Sceneggiatura
Guido Chiesa, Wu Ming 3

Fotografia
Luciano Federici, Kathleen Friend, Remy Mazet

Musica originale
Teho Teardo

Suono
Heloïse Claude, Sonia Portoghese, Becky Thomson

Montaggio
Luca Gasparini

Interpreti
Luca Mercalli (climatologo), Iain McLarty (matematico e musicista), François-Loïc Glasman (musicista e attore "intermittente"), Mariline Gourdon (attrice "intermittente"), Mitsou Doudeau (ballerina "intermittente"), Sandra Bechtel (attrice "intermittente"), Giuseppe Battiston (voce del disegno animato)



Produzione
Silvia Innocenzi e Giovanni Saulini per Orione Cinematografica, Amka Films Productions

Note
Sottotitolo: Come vivere (e bene) con i limiti della scienza
 
Supervisione alla fotografia: Gherardo Gossi; canzone dei titoli di coda: Go Tell The Women di Nick Cave, Martin P. Casey, Jim Sclavunos; suono in presa diretta Dolby Digital; montaggio del suono: Marco Benevento; animazioni e grafica: mBanga Animation Studio; coproduttori: Tiziana Cerutti Soudani per I.M.T.M. (Francia), Lene Bøurglum per Offbeat Film (Danimarca), Amka Films (Svizzera); collaborazione alla produzione: Giorgio Vivalda per Publiviva.
Protagonisti del film, sono il movimento degli Intermittenti, lavoratori precari dello spettacolo che nel 2003 turbarono l’estate culturale francese, il meteorologo e climatologo Luca Mercalli e il matematico/musicista scozzese Iain Mc Larty.
 
Film documentario realizzato con il contributo di: Ministero per i Beni e le Attività Culturali – Direzione Generale Cinema, Assessorato alla Cultura della Regione Piemonte, Film Commission Torino Piemonte.




Sinossi
«Mattino presto, un corteo di persone per strada: protestano perché gli industriali, i sindacati e il governo francese hanno deciso di modificare il loro sussidio di disoccupazione. [...] Le loro grida svegliano un buffo omino che abita il fumetto che fa da filo conduttore al film. L’omino si dirige alla finestra e considera che quel movimento di persone si comporta né più né meno come un corteo di nuvole. Come le nuvole possono portare problemi o soluzioni. Come le nuvole, arrivano, accadono e se ne vanno. E poi tornano. È una considerazione poetica, un po’ eccentrica. Ma per il nostro personaggio diventa una sfida del pensiero e dell’immaginazione: possiamo stabilire un’analogia rigorosa, scientifica, tra le nuvole e i movimenti sociali? Inizia così un viaggio che, partendo da territori apparentemente famigliari (la meteorologia e la politica), finisce per sconfinare in aree poco esplorate, in cui soggetti a prima vista separati e distanti, risultano infine simili e connessi:  nuvole e movimenti, goccioline di vapore e persone,  perturbazioni e grandi questioni sociali. A far da guida nel viaggio è il paradigma scientifico, ossia l’idea che attraverso la ragione, la prova e la verifica, l’essere umano possa conoscere e controllare la natura e tutto ciò che la riguarda (umani inclusi). [...] Fedele a questo principio, la scienza moderna (nelle le sue mille applicazioni) non ha fatto altro che frammentare, separare, dividere tutto, nella speranza che, rimettendo poi le cose insieme, si arrivasse a comprendere il senso e la natura di ogni cosa. Ma quello che la scienza stessa nel corso dell’ultimo secolo ha capito è che non funziona proprio così. O, meglio, funziona così in laboratorio, ma quando si va nella vita reale, le cose sono maledettamente più complicate» (dal pressbook della produzione).
 
Il titolo del film allude al fatto che i guai dell’umanità iniziarono quando nel giardino dell’Eden Adamo mangiò il frutto dell’albero della conoscenza ed imparò ad usare la propria razionalità. Ma non si accorse che sullo stesso albero, oltre alle mele, c’erano anche delle pere...




Dichiarazioni
«Il film si conclude con la canzone Go Tell The Women, cantata da Nick Cave dei Grinderman, il cui testo mi pare racconti bene lo spirito con cui mi sono ritrovato alla fine della realizzazione di questo film, di ottimo umore, come dopo un viaggio faticoso ma ricco di esperienze.
“Abbiamo fatto la nostra storia / Ci siamo evoluti / Stiamo in piedi / Risolti i problemi / Siamo artisti / Siamo matematici / Alcuni di noi hanno posizioni  / estremamente importanti / Ma siamo stanchi / Respiriamo a fatica  / E siamo liberi / Vai a dire alle donne che ce ne stiamo andando.
Siamo disgustati e stanchi / Di tutto questo piangersi addosso / Tutto quello che volevamo era un po’ di violenza carnale consensuale nel pomeriggio / E magari un pochino di più la sera / Siamo scienziati / Facciamo la genetica / E lasciamo la religione / Agli psicopatici e ai fanatici / Ma siamo stanchi / Non abbiamo nulla in cui credere / Siamo persi / Vai a dire alle donne che ce ne stiamo andando. / Abbiamo fatto la nostra storia / Siamo inseparabili dal suono / Di sei miliardi di persone / Che vanno giù / Siamo maghi / Siamo imbroglioni / Siamo liberi e ci siamo persi / Vai a dire alle donne che ce ne stiamo andando”» (G. Chiesa, pressbook della produzione). 





«L’ultimo film documentario di Guido Chiesa [...] è un viaggio neanche troppo immaginario attraverso le scienze esatte, quelle che dovrebbero aiutarci a prevedere il futuro e che possono farci capire il presente del mondo del lavoro. La matematica, la fisica, ma soprattutto la meteorolgia usate come mezzo per raccontare che gli uomini e le donne non sono numeri, ma al limite nuvole, intermittenti, imprevedibili. Come pioggia dunque gli individui, come temporali i movimenti, come uragani le rivoluzioni. E poi la quiete. Già perché Le pere di Adamo è anche la storia di una di queste tempeste, quella che scosse la Francia nel 2003 per la riforma del sistema di welfare che tutelava i lavoratori dello spettacolo. La ricerca dell’analogia fra il tempo e le rivoluzioni è il filo rosso del film, filo sempre tenuto teso dalla presenza determinante di Luca Mercalli» (V. Roghi, “L’Espresso”, 18.10.2007).
 
«Le pere di Adamo [...] è quasi un prototipo di cinema “alieno”, almeno nel panorama italiano. Un tentativo, magari riuscito solo in parte ma comunque molto affascinante, di percorrere l’ardua strada del film saggio con stile impressionistico e lieve, nonostante gli argomenti ponderosi. Un documentario in evidente soggettiva, a partire da un disagio esistenziale che il “partigiano” Chiesa non ha timore di ammettere (la fine delle certezze e delle ideologie, illuminismo e marxismo in testa): ma gli “ismi” e i serissimi concetti della filosofia della scienza dovrebbero arrivarci depurati di ogni intellettualismo e con un velo di autoironia. [...] Chiesa costruisce un puzzle di immagini e di idee, un ballo a tre passi: gli intermittenti francesi che lottano contro una riforma dei sussidi che li mette in ginocchio; le spiegazioni scientifiche del meteorolgo Luca Mercalli, impegnato sui temi dell’ambientalismo; l’eccentricità di un giovanissimo musicista e matematico scozzese, Iain Mc Larty, perfetta incarnazione di una scienza che non ha più paura dell’arte, anzi la corteggia» (C. Paternò, “Rivista del Cinematografo” n. 11, novembre 2007).
 
«Nel confronto tra il passato e il presente l’unica speranza sembra essere legata alle teorie espresse nel documentario Le pere di Adamo (2007, di Guido Chiesa), secondo cui c’è un margine di imprevedibilità per tutto. Anche per questa generazione che intanto sta invecchiando senza la possibilità di lottare per abbassare il prezzo del proprio sacrificio, come hanno fatto gli operai che li hanno preceduti. Chiesa postula un affascinante paragone tra la natura imprevedibile dei movimenti politici e culturali e quella delle perturbazioni. Potremmo sperare che la precarietà, o la flessibilità, come la chiamano gli economisti, sia come la pioggia. Non ci resta che aprire l’ombrello in attesa che smetta?» (E. Zaccagnini, “Close-up” n. 23, dicembre 2007-marzo 2008).


Scheda a cura di
Franco Prono

Persone / Istituzioni
Guido Chiesa
Luciano Federici
Luca Gasparini
Luca Mercalli
Giuseppe Battiston


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