Visto censura n. 15.992 del 14.1921, 1.738 metri.
Vittorio Martinelli segnala che la censura richiese la soppressione di alcune sequenze in cui si svolgevano azioni “criminali”.
Ormai ricchissimo grazie alle sue attività finanziarie negli Stati Uniti, l’uomo d’affari Strub si imbarca su un transatlantico alla volta dell’Italia, deciso a ritrovare la propria figlia Violet. Poco prima di salpare, redige una dichiarazione scritta in cui si impegna a lasciare tutte le azioni delle sue imprese agli operai che vi lavorano, ma il documento finisce nelle mani del perfido Rand che, dopo aver convinto i soci del Consiglio d’Amministrazione a ignorare le disposizioni di Strub, lo distrugge. Quando giunge la notizia che il transatlantico su cui viaggia Strub ha fatto naufragio, Rand si reca in Italia e sequestra Violet, nascondendola dentro un castello abbandonato che si trova su un’isola. Volendo diventare l’erede legittimo del patrimonio di Strub, l’avventuriero minaccia Violet di morte nel caso non accetti di diventare sua moglie, ma in soccorso della ragazza giunge un artista di nome Falch, che la aiuta a mettersi in salvo mentre Rand rimane vittima di un terribile incendio da lui stesso appiccato.
«La solita avventura della ragazza prigioniera in castello e relativa liberazione; congegni di leve, esplosivi, roba tutta che al secolo di oggi certamente non avviene: quindi come trama, questo lavoro non può avere delle grandi pretese. L'inquadratura è condotta con garbo, la fotografia è buona» (V. Carridi, “La Rivista Cinematografica”, a.II, 25.9.1921).