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ENCICLOPEDIA DEL CINEMA IN PIEMONTE

Cinema muto



La fabbrica dell’imprevisto
Italia, 1920, 35mm, B/N


Regia
Ettore Piergiovanni

Soggetto
dala commedia "Quello che non t'aspetti" di Luigi Barzini e Arnaldo Fraccaroli

Fotografia
Giovanni Tomatis

Interpreti
Ettore Piergiovanni (il giovane Conte), Furetta Gaia (Furetta), Felice Minotti (il regista), Lydia Quaranta, Gemma De Sanctis, Enrico Piamonti



Produzione
Itala Film, Torino

Note
Visto censura n. 15.432 del 1.10.1920; 2.044 metri.
 
Jacopo Comin diresse una nuova versione cinematografica della commedia nel 1942, per la Atesia Film, interpretata da Maurizio D’Ancora e Vera Bergman.




Sinossi
Annoiato da tutto e stanco della propria “routine dorata”, un giovane Conte assume un regista cinematografico perché gli movimenti la vita architettando una serie di imprevisti curiosi e divertenti ma, prima ancora che il neo-assunto si metta all’opera, il Conte rimane vittima di diversi incidenti. Scambiandoli per scherzi del metteur en scène, non si scompone e aspetta impaziente di scoprire quale sarà la prossima sorpresa finché... derubato, raggirato e tradito, si ritrova rinchiuso in una clinica per malattie mentali da cui riesce a evadere correndo non pochi rischi. Avendo imparato la lezione, il Conte opta per una vita meno ricca di imprevisti ma più sicura.





«È una film singolarissima, per la trama di Barzini, la quale, benché vecchia, è stata così acconciamente modernizzata da darci il sapore di una novità assoluta. [...] Ettore Piergiovanni è la figura centrale del bizzarro film e, sia come direttore artistico che protagonista, si è fatto un gigantesco onore, tanto più meritorio se si considera che egli è alle sue prime fatiche direttoriali. Bellissima fotografia» (G. Giannini, “Kines”, 5.3.1921).
 
«Ecco finalmente un bel film! È l’esclamazione che sale spontaneamente alle labbra assistendo alla proiezione di questo onesto e gaio lavoro che ha il raro pregio di procurare un’ora di sana ilarità, senza esagerazioni farsesche e senza volgari scurrilità. Luigi Barzini ha curato lo svolgimento della trama con intenti caricaturali, che assurgono qua e là a vera satira, profondendo il suo spirito caustico in una serie di vivaci e divertenti episodi. Il Piergiovanni, cui si deve la messa in scena e l’interpretazione, è riuscito pienamente così nell’una come nell’altra fatica, dandoci una messa in scena che, senza avere pregi eccezionali, è tuttavia decorosa e intonata, ed un’interpretazione piena di brio. Graziosissima Lydia Quaranta, buoni gli altri interpreti, tutti perfettamente a posto. Buona la fotografia» (U. Ugoletti, “Febo”, 19.3.1921).


Scheda a cura di
Azzurra Camoglio

Persone / Istituzioni
Ettore Piergiovanni
Giovanni Tomatis
Felice Minotti
Lydia Quaranta


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