Altri titoli: Satan – Le Drame de l’Humanité; Satan contre le créateur et le diable vert; Satan; Satan, den store rebellen; A sátán; Satan (The Drama of Humanity)
Regia Luigi Maggi
Soggetto dai poemi Paradise Lost di John Milton e Der Messias di Friedrich Gottlieb Klopstock
Sceneggiatura Guido Volante
Fotografia Giovanni Vitrotti
Interpreti Mario Bonnard (Satana), Rina Albry, Vitale De Stefano, Oreste Grandi, Mario Voller Buzzi (Gesù Cristo), Bianca Schinini, Cesare Zocchi, Carlo Campogalliani, Mary Cléo Tarlarini (la cortigiana Fiammetta), Ercole Vaser, Armando Pouget, Fernanda Negri-Pouget (la fioraia Maria), Lia Negro, Enrico Lupi (Furio), Giuseppina Ronco
Produzione Società Anonima Ambrosio, Torino
Note Visto censura n. 134 del 1.12.1913; 1.960 metri.
Aldo Bernardini e Vittorio Martinelli segnalano la presenza di un secondo e di un terzo visto di censura, il n. 8.560 del 17.4.1915 e il n. 9.134 del 29.5.1915.
Sottotitolo: Il dramma dell’umanità.
Il film, appartenente alla «Serie Oro» della Società Anonima Ambrosio, era composto da due parti, Il Gran Ribelle e Il Distruttore, a propria volta divise in due atti. Parte I: Satana contro il Creatore e Satana contro il Salvatore; Parte II: Il Demone verde, ossia Satana nel Medioevo e Il Demone rosso, ossia Satana nella vita moderna. Le diverse parti potevano essere proiettate separatamente: ognuna presentava un episodio auto-conclusivo e negli Stati Uniti, dove ebbe un enorme successo e probabilmente affascinò David W. Griffith, la pellicola venne proposta senza l’atto II della parte I.
Si ritrova una struttura narrativa analoga nel film di Carl Theodor Dreyer Pagine dal libro di Satana (Blade af Satans bog, 1920).
A seconda delle fonti, viene indicato come regista il solo Luigi Maggi oppure Maggi insieme ad Arturo Ambrosio. L’edizione telematica dell’Archivio del Cinema Italiano attribuisce la regia a entrambi.
Altri interpreti: Paolo Azzurri, Angelo Vestri, Filippo Costamagna, Bianca Schinini, Enrico Negro, Giuseppina Ronco, Mario Saio, Antonio Grisanti, Arrigo Amerio, Dario Silvestri.
L’attrice Rina Albry è accreditata come Margherita Albry.
Materiali fotografici e pubblicitari conservati presso il Museo Nazionale del Cinema di Torino suggeriscono la partecipazione degli attori Adele Bianchi Azzariti, Giovanni Coppo, Giulietta De Riso.
Il film venne distribuito in Francia, Gran Bretagna, Svezia, Ungheria e negli Stati Uniti; la versione francese era lunga 821 metri; la versione svedese, dove venne distribuito nel 1916, era lunga 1.441 metri; la versione ungherese era lunga 7 bobine.
Il film viene considerato perduto; il BFI - National Film and Television Archive (London) possiede un breve frammento di 8 minuti (35mm), che è stato proiettato nel 1991 al Festival del Cinema Ritrovato di Bologna.
Sinossi
Parte I, atto I: Ribellatosi al bene, Satana viene sconfitto dagli angeli e cade sulla terra dove, prese le sembianze di un serpente, circuisce i primi uomini seminando violenza e zizzania. Arma la mano di Caino contro il fratello Abele e aizza i figli di Caino gli uni contro gli altri per la conquista della figlia di Abele. Su tutti trionfa l’ambizioso Nemrod che, ucciso il padre, viene respinto dalla ragazza e la trasforma in vittima sacrificale per l’altare consacrato a Satana. Illudendosi di compiere imprese grandiose, l’uomo tenta di erigere una torre maestosa che arrivi fino al cielo, ma il crollo della costruzione ne causa la morte.
Parte I, atto II: Gerusalemme. Invidioso dell’amore e del calore che circondano Gesù, Satana assume l’identità di un Fariseo e convince la folla a esigere dal Salvatore una prova delle sue doti, chiedendo la guarigione di un paralitico, che avviene. Scacciato da Gesù quando si reca a tentarlo con dolci promesse nell’orto degli ulivi, Satana fa sì che Giuda tradisca la fede di Cristo e, dopo aver lasciato l’uomo solo con i propri rimorsi e aver avvicinato Ponzio Pilato, tenta invano di impedire che Gesù risorga dalla sua tomba.
Parte II, atto I: Medioevo. Speziale e alchimista, Gerberto vive in un convento ma desidera la ricchezza e aspira a inventare un farmaco universale. Satana gli si avvicina fingendosi un pellegrino e gli insegna come si crea l’assenzio, un liquore verde che annebbia i sensi. Corrotti tutti i monaci con la bevanda, li convince ad arricchirsi senza freni producendola in grandi quantità finché l’uomo, spinto dalla passione per la cortigiana Fiammetta, ne uccide l’amante e dopo aver derubato i monaci intraprende con la donna una vita di bagordi. Schiavo dell’alcool e dei rimorsi, Gerberto perde la vita durante una collutazione da lui stesso provocata, mentre Satana contempla i cadaveri assaporando l’assenzio.
Parte II, atto II: Inizio Novecento, una grande città. Il mite operaio meccanico Furio e la dolce fioraia Maria si amano. Il giovane accompagna la fidanzata nel locale notturno dove deve consegnare delle orchidee per una festa, organizzata dal padrone dell’acciaieria in cui lavora Furio. Dopo aver tentato senza successo di sedurre la fioraia, l’industriale riesce in breve tempo a conquistarla grazie ai consigli di Satana e inizia a trascurare gli affari. Nel frattempo Satana gestisce la fabbrica in modo rapinoso e semina il malcontento tra gli operai, spingendo infine Furio ad assassinare il padrone dell’acciaieria e a fare resistenza alla polizia, che circonda l’edificio dove l’operaio si è rifugiato. Dopo aver istigato Maria a ingannare Furio per farlo arrestare, Satana convince l’uomo a far saltare in aria il nascondiglio, causando la morte di Maria, dei poliziotti e di se stesso, mentre il demone assiste soddisfatto.
«[è degno di ricordo] il Satana di Luigi Maggi interpretato da Mario Bonnard su soggetto del poeta Guido Volante (1878-1916), precursore nella trovata di rappresentare le diverse manifestazioni di un’unica forza in varie epoche, tema che ritroviamo poi in Intolerance» (M.A. Prolo, Storia del cinema muto italiano, Il Poligono, Milano, 1951).
«Tra i film italiani di cui è più cocente la perdita, Satana figura ai primi posti: Maria Adriana Prolo avrebbe dato chissà cosa per ritrovarne una copia e una delle sue ultime battaglie la condusse proprio nella ricerca di questo film, di cui aveva avuto notizia esistesse un esemplare in Svezia, nelle mani di un collezionista molto geloso delle sue rarità, il quale non voleva avere - forse con ragione - nessun rapporto con le istituzioni ufficiali. Esclusa pertanto la locale cineteca, chi scrive queste note cercò di fare da intermediario, servendosi dei buoni uffici di un collega svedese che riuscì a contattare il cerbero scandinavo. Purtroppo, al di là di qualche foto e di un programma, di cui si sbarazzò senza soverchie sollecitazioni, della copia di Satana non esisteva nemmeno l\'ombra. Perché è importante Satana? Si tratta di un film in tre episodi, scritti dal poeta Guido Volante (1878-1916), uno di quei giovani della scapigliatura torinese come Oxilia, Camasio, Gozzano, Chavez, Pasquali, Rosmino, i quali, all\'inizio degli anni Dieci, parteciparono con entusiasmo al cinema della loro città come registi, produttori, soggettisti o attori, sicuri di intraprendere "il mestiere più moderno del ventesimo secolo"» (Catalogo del Festival del Cinema Ritrovato, Bologna, Cineteca del Comune di Bologna, 1991).
Scheda a cura di Franco Prono
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