Film in vari capitoli di diversa durata realizzato tra il 1982 e il 1983.
«Uno di questi universi è Edda Melon, la sua casa e tutti quelli che ci entravano dentro. Ognuno di noi è un universo e allora erano questi i miei universi. Cercavo di definirli tutti e qua viene di nuovo fuori la definizione di spazio. Ho sempre visto la camera come la possibilità di esplorare e di circoscrivere, nell’atto che esplori cerchi di capire, di definire e poi è anche inevitabile perché delimiti con la ripresa. Allora mi piaceva proprio la parola circoscritti. Era un tentativo. Fare cinema è un’azione circoscritta, è già un’azione che delimita. Aspiravo presuntuosamente che in quella inquadratura entrasse tutto l’universo e anche l’imprevisto. Ho sempre cercato che entrasse il più possibile nel mio cinema. Era come se mi tenessi aggrappato a quella camera, a quella cinepresa, quasi per galleggiare. È stato anche il mio modo per mettere un po’ di ordine nella mia vita, un’azione esplorativa, cognitiva verso il nuovo. Per me tutta questa linea che ho tracciato col cinema e che si è tracciata, un film dopo l’altro, è stato quasi come un atto di germinazione, anche sotterranea, che mi ha accompagnato, mi ha salvato» (T. De Bernardi, dichiarazione inedita, 13.9.2007).