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Persone |
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Vittorio De Seta
Palermo, 15 ottobre 1923
Regista
Dopo aver frequentato a Roma la Facoltà di Architettura, interrompe gli studi per dedicarsi al cinema. Nel 1953 è secondo aiuto regista di Mario Chiari per un episodio del film Amori di mezzo secolo (Dopoguerra 1920), con Alberto Sordi e Silvana Pampanini, mentre l'anno dopo è aiuto regista di Jean-Paul Le Chanois per Vacanze d'amore (1954), con Lucia Bosè e Walter Chiari. Negli anni successivi produce e realizza numerosi cortometraggi, di cui cura sia la fotografia che il montaggio. Queste opere, prevalentemente ambientate nella sua terra d’origine (come Lu tempu de li pisci spata; 1954; Isole di fuoco, 1955 e Pescherecci, 1959), ottengono prestigiosi riconoscimenti in Italia e all'estero. Altri due importanti documentari sono Un giorno in Barbagia (1958) e Pastori di Orgosolo (1959), quest’ultimo fonte d’ispirazione del suo primo lungometraggio, Banditi a Orgosolo (1961), girato con una troupe composta solo da tre persone: lui, la moglie Vera Gherarducci e Luciano Tovoli, direttore della fotografia. Il film, lucida analisi del fenomeno del banditismo sardo, interpretato da autentici pastori sardi, vince il premio "Opera prima" alla Mostra di Venezia. Gira il suo secondo lungometraggio, Un uomo a metà (1966) che può contare su un cast composto da attori come Jacques Perrin, Ilaria Occhini e Lea Padovani, ma non viene accolto bene né dal pubblico né dalla critica, conquistandosi, al contrario, la stima di Alberto Moravia e di Pier Paolo Pasolini. Nel 1970 si trasferisce in Francia per girare L'invitata, storia di una crisi coniugale con Michel Piccoli e Joanna Shimkus. Tornato in Italia realizza per la Rai Diario di un maestro (1972), film televisivo in quattro puntate tratto dal romanzo autobiografico di Albino Bernardini Un anno a Pietralata e resoconto di un’esperienza didattico-educativa in una borgata romana (la versione restaurata dell’opera è stata presentata nel 2008 al Torino Film Festival). Dopo diversi anni di silenzio, De Seta torna al cinema con In Calabria e nel 2006 firma la regia di Lettere dal Sahara, un viaggio attraverso l’Italia contemporanea vista attraverso gli occhi di Assane, emigrante africano che dalla Sicilia arriva a Torino passando per Firenze e Napoli.
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