Da Torino sono sempre un po’ fuggito e poi ci sono sempre ritornato. Mi piace, mi ci trovo bene, mi ci riposo. Ci lavoro anche molto bene. È una città alla quale penso, che porto sempre dentro di me, ma anche una città dalla quale spesso fuggo. Torino è la città dove sono cresciuto professionalmente, dove ho conosciuto le persone che mi hanno aiutato nel lavoro, che mi hanno dato i consigli e i suggerimenti che hanno fatto sì che io fossi capace di lavorare con Spielberg e di riceverne i complimenti (ti tremano le ginocchia quando succede la prima volta). Torino è la città che mi ha dato gusto estetico, con i suoi angoli nascosti e i suoi palazzi maestosi. I torinesi mi hanno a volte insegnato come non farsi fregare e a volte… mi hanno fregato… mi hanno insegnato un po’ della vita. I torinesi mi fanno ridere perché alla fine va tutto bene, una soluzione c’è sempre, anche se prima bisogna borbottare e dire la propria. Ho un’immagine di Torino che porto stampata nella mente: un Natale di non so quanti anni fa, proprio la notte di Natale, una soffice neve che copre tutto, intonsa. Nessuno in giro, la luce gialla. Io che cammino e mi sembra di essere un po’ come Armstrong… il primo uomo ad aver camminato in via Roma! Fantastico. Torino è un posto affascinate, perché essendoci nato e abitandoci (un po’ sì e un po’ no, a dire la verità) ogni giorno ne scopro una parte che non conoscevo. Un posto dal quale tutti dovrebbero passare, per un’ora, un giorno, un anno, una volta nella vita.

(Dichiarazione originale)