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Otello Toso
Padova, 22 febbraio 1914/Curtarolo (Padova), 15 marzo 1966
Attore
Terminati gli studi, sentendosi attratto dal mondo del cinema prende parte a qualche film, poi, dopo essersi diplomato nel 1939 presso il Centro Sperimentale di Cinematografia di Roma, trova subito ingaggi per una serie di film, anche grazie alla sua bellezza e ad una vaga rassomiglianza a Clark Gable. Lavora con i più importanti registi dell’epoca, tra cui Amleto Palermi, Mario Bonnard, Mario Camerini, Giacomo Gentilomo ed Alessandro Blasetti. Tra le sue interpretazioni più significative di questi anni ci sono quelle in Ridi, pagliaccio! di Camillo Mastrocinque, Inviati speciali di Romolo Marcellini, Due lettere anonime di Mario Camerini. Nel 1955, diretto dallo spagnolo Juan Antonio Bardem, recita al fianco di Lucia Bosè in Gli egoisti, da alcuni ritenuta la sua prova più intensa e rigorosa. A teatro lavora con la compagnia Ricci-Magni e con quella di Franco Enriquez. Con l’avvento della televisione si dedica ai romanzi sceneggiati (molti dei quali girati alla Rai di Torino). Lavora con Anton Giulio Majano in Ricordo la mamma, Caleidoscopio, Adunanza di condominio e Una tragedia americana, con Claudio Fino in Il poverello (in cui interpreta Bernardone, il padre di Santa Chiara) e I polli di Enrico IV, con Gilberto Tofano in Viaggio a Bruxelles, François Villon e Cagliostro. Compare anche in Giallo club e Ritorna il tenente Sheridan (1963) accanto ad Ubaldo Lay. Parallelamente all’attività di attore, svolge anche quella di doppiatore dando la voce, fra gli altri, a Robert Ryan in Il ragazzo dai capelli verdi. La sua ultima apparizione è in L’arcas di Giacomo Colli
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Mio padre conosceva bene Torino. Per lavoro infatti stava lì anche dei mesi. In quei lunghi periodi di lontananza da casa io e mia madre lo andavamo a trovare spesso e ricordo che fu lui a farmi conoscere questa splendida città. L’hotel Sitea era un punto di incontro per tutti gli attori che facevano TV o erano in giro con il teatro. Credo di aver conosciuto proprio qui molti degli attori dell'epoca, dai fratelli Ninchi compresa Ave, a Macario, a Renzo Ricci con il quale mio papà è stato in compagnia diverso tempo. Insomma lui amava molto Torino, le delizie di Torino, e me la faceva girare accompagnandomi come un perfetto cicerone. Con il passare degli anni (ormai ero un po' più grande) quando con la scuola si facevano gite all'estero, il nostro punto d'incontro era il bar della stazione di Torino. Non potrò mai dimenticare proprio lì una lunga sosta al bar: Dovevo andare a Parigi e bisognava cambiare treno a Torino. Una tappa piuttosto lunga... all'alba... la stazione quasi deserta… ma proprio lì c'era mio papà che mi aspettava con un sorriso meraviglioso e con lui ho atteso il treno per Parigi mentre mi continuava a decantare le bellezze della città. E poi Torino era la sua meta preferita per i suoi acquisti automobilistici. Non ho mai capito o chiesto perché non li potesse fare a Roma, ma ricordo che venne negli anni ’50 a comprare un'Ardea e qualche anno dopo un'Appia. Insomma strade, ristoranti, bar, persone, amici, per lui Torino era una terza casa: la prima era a Roma, la seconda a Padova dove viveva la sua famiglia e la terza appunto... in Piemonte. Il destino ha voluto che girasse proprio a Torino l'ultimo sceneggiato andato in onda dopo la sua morte! finito di registrare a marzo del 1966 è andato a salutare la sua famiglia a Padova prima di tornare a casa... ma proprio lì vicino a Padova è morto in un incidente d'auto.
(Silvia Toso – figlia di Otello -, dichiarazione originale)
Collegamenti Film | titolo | regia | data | note | Tentazione | Hans Hinrich, Aldo Frosi | 1942 | Italia, 35mm, 82', B/N | La trovatella di Milano | Giorgio Capitani | 1955 | Italia, 35mm, 87', B/N | La peccatrice del deserto | Gianni Vernuccio, Steve Sekely | 1959 | Italia/Usa, 35mm, 85', B/N |
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