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Persone |
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Gipo Farassino
Torino, 11 marzo 1934
Cantautore, attore
Nasce nella periferia torinese, nella celebre via Cuneo che dà il nome ad una delle sue canzoni-racconto più famose. Compiuti gli studi di Ragioneria, decide di dedicarsi alla musica imparando a suonare sia la chitarra che il contrabbasso. Comincia ad esibirsi in piccoli locali e balere con il nome d’arte Tony D’Angelo e dopo diverse tournée all’estero si stabilisce a Milano, dove continua la propria attività di cantautore e comincia quella di cabarettista, esibendosi allo storico locale Derby. Dei primi anni Sessanta è il suo album d’esordio, Le cansôn ëd Pórta Pila, che raccoglie oltre alle sue, le canzoni di altri due cantanti folk piemontesi, Giuanin d' Porta Pila e Riz Samaritano e che gli consente di iniziare una carriera anche a livello nazionale. Sono infatti questi gli anni del Cantagiro, del brano La ballata per un eroe e dell’album Auguri a cui seguono Avere un amico (1967), Due soldi di coraggio (1969), Gipo a so Turin (1970). Parallelamente all’attività di cantante Farassino porta avanti il suo interesse per il cabaret e la recitazione, viene scritturato da Macario ed ottiene un grande successo con alcuni vaudevilles al Teatro Stabile di Torino. Nel 1970 fonda con il regista Massimo Scaglione una sua compagnia teatrale il cui repertorio è volto alla valorizzazione della cultura piemontese. Due anni dopo il cinema lo vede interprete, nel ruolo di un barbone, del film Uccidere in silenzio, di Giuseppe Rolando. Gli anni Settanta proseguono con l'incisione di alcuni album importanti, tra i quali sono da ricordare Uomini, bestie e ragionieri, La patria cita e Guarda che bianca lun-a. Parallela e di discreto successo è la sua attività di attore che si fa intensa soprattutto in questo decennio. Nel 1974 Gipo è infatti il Sergente Polito di Un uomo, una città (film che gli vale un ruolo importante ma che gli costa un doppiaggio in napoletano!), cui si succedono i film per la televisione (tutti del 1975) L'assedio di Firenze, La bufera, Gli ammonitori e Una nuvola d’ira. Nel 1989 vince il premio Saint Vincent e dopo una breve parentesi di attività politica, negli anni Novanta torna a fare spettacolo, riprende il teatro e rientra in televisione con lo sceneggiato La stella del parco. Chansonnier, poeta, attore, Farassino si confronta anche con l’attività di scrittore pubblicando nel 2002 A son peui mach canson ma soprattutto, nel 2007, il romanzo Viaggiatori paganti.
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La mia città
Un mare di fredde ciminiere
un fiume di soldatini blu
un cielo scordato dalle fiabe
un sole che non ti scalda mai.
Questa mia città ti fa sentir nessuno
ti strozza il canto in gola
ti spinge ad andar via.
Questa mia città che spegne le risate
che sfugge a tanta gente
resta la mia città, resta la mia città.
(dall’album Avere un amico, 1968)
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