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Persone |
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Giacomo Ferrante
Torino, 3 gennaio 1965
Regista
Segue il corso di video-documentazione sociale della Cammelli Factory, diretto da Daniele Segre e Gianni Volpi, diplomandosi con il video Se prendessero lei e lo mandano via? (1990), piano sequenza di otto minuti sul tema dell’ integrazione sociale fra ex immigrati meridionali e neo immigrati extracomunitari. L'anno successivo realizza, insieme ad altri due allievi del corso (Enrico Verra e Renato Ricatto) Real Falchera football club, video che ottiene diversi premi nell’ambito delle rassegne di cinema indipendente. Nel 1992 gira Uomo della pietra, film dedicato ad uno dei personaggi più famosi del mercato di Porta Palazzo, Maurizio Marletta, artista di strada il cui “numero” principale consisteva nel sollevamento di una grossa pietra. Nel 1993 firma la regia di altri tre video L'anguria, Il pallone e Frammenti di viaggio. L’anno seguente è la volta di Frammenti di quartiere (realizzato montando alcune sequenze girate negli anni precedenti nel quartiere della Falchera) e Milano 25 aprile 1994, film collettivo sull'imponente manifestazione tenutasi a Milano all'indomani dell'avvento del governo Berlusconi. Del 1996 sono Alzabarriera e Stranamore – attenti a quei due, videoinchieste sui giovani torinesi della Barriera di Milano. Dopo Viva la guerra Ferrante torna ad occuparsi delle periferie urbane con Barriera d’Italia – Torino pop. Nel corso degli anni 2000 altri titoli vanno ad arricchire la già consistente filmografia, come Il ragazzo, Poesia, Senza Fiat..O?, Da porta a porta, Cassa da vivo.
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Il primo video in assoluto da me realizzato (come saggio di fine corso della scuola Cammelli diretta da D. Segre e G. Volpi) risale al 1990 e fu Se prendessero lei e lo mandano via?, titolo preso da una frase di uno dei personaggi dello stesso video e rivolta ad un altro individuo durante una accesissima discussione tra ex immigrati del meridione d'Italia a proposito dei neo-immigrati stranieri. Questo primo video è nient'altro che un lungo piano-sequenza (senza interventi di montaggio) della durata di circa otto minuti. Mi piace ricordare che anche se questo breve lavoro è firmato dal sottoscritto (e da un certo Ezio Riberi, un altro allievo del corso che non ho mai più rivisto), in realtà non ha regia, o meglio, l'autore in questo caso è tale solo per il fatto di scegliere di filmare un evento piuttosto che un altro. […] Nel 2000 ci fu un'ennesima "prima volta" nel mio percorso "video-creativo": mi fu chiesto di realizzare un lavoro e per la prima volta avrei fatto qualcosa che non era una mia idea, una mia iniziativa. Com'è ovvio mi preoccupai subito di avere la più completa libertà ed una volta certo di questo partii alla realizzazione di Barriera d’Italia – Torino pop. L'idea (di Isidoro Carrera, uno storico animatore di un noto locale ARCI, L'anatra zoppa) era quella di voler far emergere alcuni aspetti storici di Barriera (ancora una volta un video "local"). Siccome sono figlio di questa zona di Torino (ci sono nato, cresciuto ed ho imparato a conoscerne alcuni difetti ed alcune virtù) accettai con entusiasmo di mettermi a lavorare a quelle condizioni. Era la seconda volta che potevo realizzare un film senza doverlo anche produrre di tasca mia!
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