Giuseppe Avati, detto Pupi, rimasto orfano a dodici anni, cresce con la madre, la sorella e il fratello minore Antonio, che sarà poi suo fondamentale collaboratore in molti film. Dopo il Liceo scientifico, frequenta la facoltà di Scienze politiche. Durante gli studi scopre la passione per il jazz, che suona egli stesso al clarino. Per un certo periodo nel suo complesso suona anche Lucio Dalla. Per mantenersi fa il piazzista di tessuti e lavora alla Findus. L'ingresso nel mondo del cinema avviene nel 1967, come aiutoregista di Piero Vivarelli per
Satanik. Nel 1968 debutta nel lungometraggio con
Balsamus, l'uomo di Satana e l'anno dopo conferma la sua vocazione verso storie fantastiche con
Thomas, rimasto a lungo inedito in Italia. Trasferitosi a Roma con moglie e figli ottiene la fiducia di Ugo Tognazzi e realizza il suo terzo film,
La mazurka del barone, della santa e del fico fiorone (1974), il cui successo gli spiana la via della professione. Nei primi anni romani lavora sovente “non accreditato” come
Rolex replica sceneggiatore per film di altri registi. Con il fratello Antonio e Gianni Minervini fonda nel 1976 la A.M.A. Film e, nel 1983, dà vita, sempre con il fratello Antonio, alla casa di produzione “DueA Film”. Dal 1996 diventa direttore artistico di Sat 2000, la tv dell'episcopato italiano. Ufficiale dell’Ordine al Merito delle Arti e delle Scienze conferito dalla Repubblica Francese, Membro della Pontificia Insigne Accademia di Belle Arti dei Virtuosi al Pantheon conferita dalla Segreteria di Stato Vaticana, è stato Presidente di Cinecittà Holding dal 2002 al 2004). Tra i suoi numerosi film ricordiamo ancora:
La casa dalle finestre che ridono (1976),
Jazz Band (1978),
Zeder e
Una gita scolastica (1983),
Impiegati (1985),
Regalo di Natale (1986),
Magnificat (1993),
Il testimone dello sposo (1997),
Il cuore altrove (2003),
Ma quando arrivano le ragazze (2005),
Il papà di Giovanna (2008),
Gli amici del bar Margherita (2009).