Tripoli, 22.8.1912 – Roma, 24.3.1944
Regista, sceneggiatore, scenografo, direttore di produzione
Dopo aver frequentato il Centro Sperimentale di Cinematografia di Roma, dal 1937 Caracciolo lavora come arredatore e scenografo, (in Felicita Colombo di Mario Mattoli, Gatta ci cova di Gennaro Righelli e Il feroce Saladino di Mario Bonnard, 1937), soggettista (in La carne e l’anima di Wladimir D. Strichewsky, 1943), sceneggiatore (in I fratelli Castiglioni di Corrado D’Errico dalla commedia omonima di Alberto Colantuoni, 1937), aiuto regista (in Giuseppe Verdi di Carmine Gallone, 1938), direttore di produzione (in L’arcidiavolo di Toni Fringuelli, 1940), finché realizza, durante i primi mesi di guerra, un unico lungometraggio, Troppo tardi t’ho conosciuta, che viene proiettato per la prima volta in pubblico l’11 novembre 940.
Iscritto al Partito Comunista Italiano, partecipa alla Resistenza ed è arrestato a Roma il 21 febbraio 1944. Dal carcere ove si trova in attesa di giudizio, a disposizione del Feldgericht (tribunale militare tedesco), viene portato alle Fosse Ardeatine, lasciando una moglie ed una figlia, Teresa. È l’unico uomo del mondo del cinema che figura tra i martiri dell’eccidio nazista.