Regia Mario Mattoli
Soggetto Vittorio Metz, Marcello Marchesi, Steno (Stefano Vanzina)
Sceneggiatura Vittorio Metz, Marcello Marchesi, Steno (Stefano Vanzina)
Fotografia Tino Santoni
Operatore Guglielmo Garroni
Musica originale Nino Rota
Montaggio Giuliana Attenni
Scenografia Piero Filippone
Arredamento Domenico Bologna, Dante Fazzi
Costumi Werter
Trucco Giuliano Laurenti
Aiuto regia Leo Cattozzo
Interpreti Totò [Antonio De Curtis], Isa Barzizza (Doriana), Giuditta Rissone (madre di Casamandrei), Fulvia Franco (miss Italia), Alda Mangini (cameriera), Carlo Micheluzzi (il diavolo Filippo Cosmedin), Mario Castellani (allenatore), Walter Chiari (Bruno), Ughetto Bertucci (aiuto allenatore), Mario Riva (radiocronista), Vinicio Sofia (cuoco), Luigi Pavese (maggiordomo), Edoardo Passarelli (commissario), Catoni (Nerone), Loris Gizzi (sindaco), Carlo Ninchi (Dante Alighieri)
Ispettore di produzione Alfredo De Laurentis, Giorgio Adriani
Produzione Enic-Peg
Note Nulla Osta n. 5.034 del 29.12.1948; 2.375 metri.
Aiuto operatore: Luciano Tonti; direttore d’orchestra: Ugo Giacomazzi, edizioni musicali: Fono Emic, Milano; segretario di produzione: Totò Mignone; organizzazione generale: Carmine Bologna; controfigura di Totò: Dino Valdi.
Nel film appaiono nella parte di se stessi: Fausto Coppi, Gino Bartali, Fiorenzo Magni, Franz Kubler, Giordano Cottur, Vito Ortelli, Beppe Conte, Briek Schotte, Adolfo Consolini, Louison Bobet, Mauro Matteucci, Jean-Pierre Wimille, Ulisse Lorenzetti, Amedeo Deiana, Oliviero Spoldi, Tazio Nuvolari, Toti Achilli, Giancarlo Astrua.
Dopo i titoli di cosa, appare la didascalia: "Questo film è stato girato con l'assistenza tecnica de La Gazzetta dello Sport"
Sinossi
Antonio Casamandrei, professore in un liceo di Brescia, è membro della giuria che, a Stresa, sul lago Maggiore, deve eleggere Miss Italia. Si innamora di Doriana, una giurata, fidanzata di un giornalista, la quale, non ricambiando la sua passione, gli dice, quasi per scherzo, che lo sposerà solo dopo che avrà vinto il Giro d’Italia. Il professore decide allora di partecipare alla gara ciclistica, ma sembra non avere alcuna speranza, visto che non è neanche capace di andare in bicicletta. Gli si presenta però un diavolo che gli propone di farlo trionfare in cambio della sua anima. Casamandrei, avventatamente, accetta. Il Giro inizia e lui lo domina fin dal principio, lasciandosi alle spalle gli altri partecipanti. Resosi però conto delle conseguenze del suo gesto (è destinato a morire subito dopo aver trionfato nella competizione), cerca di evitare una vittoria che gli risulterebbe fatale.
Come quasi tutti i film di Totò, questo lavoro diretto da Mario Mattoli ricevette moti giudizi severi dai critici. «Sono balorde imprese che magari vi faranno sorridere, ma non vi divertiranno eccessivamente. Fotografare il Totò del palcoscenico non basta: bisognerebbe cercare di dargli una consistenza cinematografica, ammesso che sia possibile» erano le parole con cui lo accoglieva il bolognese “Giornale dell’Emilia” (7.1.1949).
Totò viene quasi costantemente giudicato un eccellente attore, un comico «fantasioso, dall’irresistibile, estrosa e disincantata mimica, potrebbe dare ben più cospicui risultati se non costretto da mediocri registi nei limiti dello “sketch” arido della rivista» (G. Turroni, “Hollywood”, n. 178, 12.2.1949).
Anche questo film è una «farsa sciocca che non manca di festosità. Qualche battuta spiritosa ogni tanto la si sente, ma viene fuori guastata dall’abuso dei dialetti» (G. Michelotti, “Nuova Gazzetta del Popolo”, 31,12.1948). «Quando un film comico è monotono riteniamo abbia fallito il suo scopo. Questo è noioso. Certo che gli autori non si sono affaticati molto per renderlo arguto sia come situazioni che come dialogo» (“Intermezzo”, nn. 3/4, 15-28.2.1949).
Le critiche rivolte al film sono giustificate dalla povertà di un soggetto servito come semplice pretesto per confezionare un prodotto gradito al vasto pubblico grazie al ricorso a due eventi nazional-popolari (il Giro d’Italia e l’elezione di Miss Italia) e, soprattutto, grazie ad un attore di grande richiamo come Totò, che nel 1948 interpretò due film (oltre a questo, anche Fifa e arena), nel 1949 altri due e quattro nel 1950. Non a caso, Totò al Giro d’Italia è il primo film in cui il nome dell’artista napoletano compare nel titolo.
Il lavoro di Mattoli non sembra peraltro meritare critiche tanto negative. Il regista conduce l’esile trama con grande professionismo e riesce anche a fornire un ritratto non superficiale dell’Italia del “dopo-dopoguerra”: «Totò cerca di farsi arrestare urlando contro Scelba e il governo, cantando Giovinezza, giovinezza e inneggiando alle donne nude. Ma l’Italia è molto cambiata dai tempi di Paisà, e questa perlustrazione totoista su e giù per la penisola lo dimostra ampiamente, tant’è che il commissario interverrà solo per questioni calcistiche: ormai ci sono i concorsi di bellezza, i giornalisti d’assalto, i bar affollati da atleti e da sportivi, le masse ai lati della strada dove passa il giro d’Italia. Il ciclismo, sport radiofonico e anti-televisivo), vive il suo momento di gloria, e Mario Riva può compere il suo esordio mattoliano assumendo il ruolo di radiocronista-presentatore a lui caro quanto quello di cabarettista» (S. Della Casa, Mario Mattoli, La Nuova Italia, Firenze, 1990).
In Totò al Giro d’Italia (realizzato mentre i corridori si preparavano per l’imminente Giro di Lombardia) recitano, nella parte di se stessi, alcuni celebri ciclisti; inoltre fanno una fugace apparizione, nel bar Vittorio Emanuele nel centro di Milano in cui il professor Casamandrei si reca per trovare un buon trainer, famosi sportivi di altre discipline. Del cast fanno parte inoltre Fulvia Franco, Miss Italia nel 1948, e Luigi Pavese, il quale affiancò Totò in diversi altri lavori: Totò e Peppino divisi a Berlino, Totò Diabolicus, Totò contro Maciste, Totòtruffa 62, Chi si ferma è perduto e Noi duri. Recitò inoltre al fianco di Aldo Fabrizi, Walter Chiari, Vittorio De Sica, Renato Rascel, Gino Cervi, Franco e Ciccio e Raimondo Vianello.
All’inizio del film la sfilata delle concorrenti a Miss Italia avviene a Stresa, di fronte al Grand Hotel des Iles Borromées; una tappa dl Giro si conclude al Motovelodromo di corso Casale a Torino. Durante le riprese film Totò si fece sostituire sovente dalla sua controfigura, Dino Valdi, nelle scene in esterni, in particolare in quelle in cui doveva pedalare, non essendo davvero pratico nell’uso della bicicletta, proprio come il personaggio da lui interpretato.
Scheda a cura di Davide Larocca
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