Milano, 14 aprile 1912 – Cabras (Oristano), 19 luglio 1978

Sceneggiatore 

Dopo un’infanzia passata a Roma, si laurea in Giurisprudenza a Milano, lavorando anche per un breve periodo in uno studio legale. Grazie all’amicizia con Andrea Rizzoli inizia a collaborare alla rivista “Bertoldo”, per la quale scrive anche Vittorio Metz, con cui collaborerà assiduamente. Dalla satira del “Bertoldo” Marchesi passa a quella radiofonica di A2 Radioenciclopedia (1937) e a testi per il teatro di rivista l’anno successivo. Tra gli attori che negli anni hanno recitato le sue battute vi sono Wanda Osiris, Carlo Dapporto, Walter Chiari, Ugo Tognazzi e Gino Bramieri, ciascuno dei quali gli deve anche il successo televisivo. Durante il ventennio fascista Marchesi ha anche una discreta affermazione come cantante jazz, musica osteggiata dal regime. Alla fine degli anni Trenta, assieme a Metz incomincia una fortunatissima carriera come sceneggiatore cinematografico. Il primo dei film scritti dalla coppia è Imputato, alzatevi! (1939) di Mario Mattoli con Erminio Macario. Il successo è grande, e i due diventano gli sceneggiatori di fiducia del comico torinese. Dopo la guerra, pur lavorando sempre più per il cinema e sceneggiando quelli che sono i grandi successi comici dell’epoca, da Totò cerca casa (1949), a Susanna tutta panna (1957), Metz e Marchesi non trascurano la rivista: a loro firma sono I fanatici con Billi e Riva e Controcorrente con Walter Chiari, Bice Valori e Marina Bonfigli. Di nuovo a Milano dal 1952 Marchesi incomincia a lavorare per la televisione, realizzando alcuni dei programmi più amati dal pubblico, come Te lo ricordi?, Invito al sorriso, Ti conosco mascherina, Lui e lei, La via del successo, L'amico del giaguaro, Quelli della domenica, Canzonissima, fino ad approdare, nel 1963, alla conduzione di un programma, Il signore di mezza età. Suoi sono inoltre diversi slogan di Carosello; sua la traduzione in italiano del fumetto Asterix. Il 19 luglio 1978 viene sbattuto da un’onda contro uno scoglio durante un bagno in Sardegna, a San Giovanni di Sinis, morendo sul colpo.