Piemonte, una maschera arcigna,
sopracciglio a cespuglio
sul confine lombardo,
naso adunco e una bocca sottile
sul cuscino ligure,
ciuffi scarmigli di capelli montani
sbandierati su Svizzera e Francia.
Ci son nato, e così gli antenati,
ma il gusto più dolce
me lo dà star lontano,
rinnegare anche, un poco,
e stupire, nei radi ritorni,
per ciò ch’è cambiato,
e il forestiero
non sa.
Sono nato a Torino,
sullo zigomo.
Quando torno vado al cinema Astor,
compro giochi
da Borel e Aeropiccola,
da Angelino un frullato
dietro Piazza Castello
e da Astori
i 45 giri,
poi, la sera,
una scura in stivale,
e cannelloni borbottanti
nel padellino di smalto,
alla Birreria del Borgo.
Sono gli unici posti che amo
e son morti da così tanto tempo,
che a sentir la mancanza
anche la nostalgia
s’affatica.
(Dichiarazione originale)