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Persone |
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Carla Gravina
Gemona del Friuli , 5 Agosto 1941
Attrice
Debutta giovanissima al cinema (a sedici anni con Guendalina, di Alberto Lattuada) e alla tv (come valletta nel varietà Il musichiere). Nella prosa televisiva esordisce con il teleromanzo Padri e figli. Nel 1958 presta il volto sia alla Maria Furlani di Amore e Chiacchiere di Blasetti, che alla sfacciata ma onesta Nicoletta de I soliti ignoti di Monicelli. L’anno successivo è a Torino insieme a Lizzani per girare Esterina, la storia di una ragazza di campagna che, dopo essere stata accusata del furto di una bicicletta dai suoi padroni di lavoro ed essere stata difesa dai due camionisti, decide di partire con loro. Dopo il commovente ruolo della ragazza ebrea di Tutti a casa (1960) di Comencini, Carla Gravina inizia a recitare anche in teatro: nel 1960 interpreta Giulietta in Romeo e Giulietta a Verona nell'ambito del Festival Shakespeariano, nel 1964 è una delle protagoniste de Le baruffe chiozzotte di Carlo Goldoni nell’allestimento di Giorgio Strehler al Piccolo di Milano. Dopo anni di impegno teatrale torna al cinema con ruoli più maturi, interpretando I Sette Fratelli Cervi (1967) di Gianni Puccini, l'anno dopo Banditi a Milano ancora al fianco del regista Carlo Lizzani, e poi Sierra Maestra di Ansano Giannarelli e Cuore di mamma di Salvatore Samperi (1969). Per tutti gli anni Sessanta l’attrice continua frequentare lo sceneggiato televisivo: la vediamo ad esempio in una puntata del Tenente Sheridan di Leonardo Cortese (1967), e di Nero Wolfe di Giuliana Berlinguer (1969), in diverse puntate de I fratelli Karamazov e, nel 1971, nella parte di Lucia nella serie tv Il segno del comando di Daniele D’anza. Nel 1972 è attrice per Germi in Alfredo, Alfredo. Ancora molto attiva al cinema e alla televisione per tutti gli anni Ottanta (La terrazza di Ettore Scola è del 1980), con l’arrivo degli anni Novanta abbandona quasi del tutto entrambi per dedicarsi completamente al teatro (dove è stata diretta da grandi registi come Luca Ronconi e Giancarlo Cobelli).
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Quando sono arrivata a Torino avevo solo diciotto anni ma qualche esperienza alle spalle: a sedici anni ero andata via di casa e Lattuada mi aveva scelta come interprete di Guendalina. Si vede che il mio volto, così diverso da quello delle altre giovanissime che facevano le attrici in quel periodo, piaceva. O meglio, piaceva alla gente che piace a me. Lizzani diceva che sembravo francese, e in quei tempi c’era un po’ il mito della Francia nella cultura di sinistra. Il film che mi chiamò a interpretare proprio a Torino, Esterina, era d’altro canto un vero film di sinistra: lo eravamo io e Lizzani, lo erano Giorgio Arlorio che esordiva fake Rolex nella sceneggiatura, Giuliano Montaldo che faceva l’aiuto regista ma che già sognava un film tutto suo, lo era Domenico Modugno che era l’interprete principale... All’epoca si parlò naturalmente di “film neorealista”, anche in considerazione del fatto che lo aveva diretto Lizzani, ma a me sembrava di fare qualcosa di diverso, qualcosa che ricordava un certo realismo francese. Ricordo bene l’impressione che mi faceva la periferia di Torino, sembrava tutto un cantiere con i palazzi che erano in costruzione un po’ ovunque e pensavo che di lì a pochi anni la città sarebbe completamente cambiata e infatti fu così. Anche se era un film molto impegnato, ci divertimmo molto a girarlo. Abitavamo a Villa Sassi, un bellissimo albergo in collina, e ogni sera Modugno cantava insieme a noi fino a tardi. Quando vidi il film qualche tempo dopo, vedendo tutti quei cantieri pensai che ormai non mi sarei più raccapezzata in quella città, ci tornai un paio d’anni dopo per uno spettacolo, e infatti non riuscii più a trovare la strada sulla quale arrivavo a bordo di un camion, contadinella decisa a trasferirsi in città. Pensai che alle ragazze di campagna che si erano trasferite a Torino doveva essere successa la stessa cosa: anche se volevano tornare indietro non avrebbero più trovato la strada. La loro vita adesso era lì, in città. E infatti sono rimaste e sono cambiate, hanno saputo battersi per i propri diritti meglio di tante altre che erano sempre state in città. I primi scioperi nelle fabbriche li hanno fatti loro.
(in Torino città del cinema, a cura di D. Bracco, S. Della Casa, P. Manera, F. Prono, Il Castoro, Milano, 2001).
Collegamenti Film | titolo | regia | data | note | Esterina | Carlo Lizzani | 1959 | Italia / Francia, 35mm, 102', B/N | Banditi a Milano | Carlo Lizzani | 1968 | Italia, 35mm, 102', Colore |
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