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Mario Soldati
Io credo che De Laurentiis mi abbia scritturato perché avendo vissuto a lungo in America, sapevo bene l’inglese… O forse, perché facevo lo scrittore e quindi, tra tutti quelli che hanno messo mano alla sceneggiatura del film, si poteva stare sicuri che Guerra e Pace, quello di Tolstoj, io l’avevo letto. In realtà, per Ponti avevo appena realizzato La donna del fiume, con Sofia Loren, che era stato un grandissimo successo e sia con lui che con De Laurentiis avevo già lavorato molto in passato: Ponti l’ho conosciuto nel 1941, per Piccolo mondo antico, mentre l’anno dopo ho incontrato Dino De Laurentiis sul set di Malombra, dove cominciava a lavorare come ispettore di produzione per la Lux.
I miei rapporti con Vidor in effetti erano ottimi, stavamo sempre insieme, salvo quando si doveva girare, perché, in generale, nelle scene che mi venivano affidate dovevo cavarmela da solo. Io ho girato molte delle scene di guerra, e anche qualcuna delle altre. Nelle scene di battaglia mi divertivo un sacco, perché era un tipo di cinema a cui noi non eravamo abituati. Per la battaglia di Austerlitz mi aveva accompagnato mio figlio Wolfango, che allora aveva dieci anni e per lui è stato davvero come un grande gioco, fatto dagli adulti, con soldatini viventi. Giravamo a Pinerolo, sotto la pioggia vera, la pioggia battente che abbiamo noi in Piemonte; e anche un pezzo della ritirata dalla Russia l’abbiamo girata al Sestriere nella neve. È passato tanto tempo, ma quello che mi è rimasto in mente è proprio quella Russia ricostruita attorno a Torino: il Po, il castello di Stupinigi, le campagne… anche se in realtà, a ripensarci oggi, in Guerra e Pace mi ricordo soprattutto Audrey Hepburn, un’attrice straordinaria.
A quell’epoca gli americani venivano spesso a girare a Cinecittà, probabilmente costava meno, e dopo Guerra e Pace fui di nuovo chiamato come regista della seconda unità per Ben Hur di William Wyler, ma non è che quel tipo di lavoro mi interessasse tanto, e appena ho avuto l’occasione di fare un film mio, me ne sono andato. Era Policarpo ufficiale di scrittura, ed è stato anche l’ultimo lavoro che ho fatto per il cinema.
Collegamenti Film | titolo | regia | data | note | Contessa di Parma | Alessandro Blasetti | 1937 | Italia, 35mm, 86', B/N | Due milioni per un sorriso | Mario Soldati, Carlo Borghesio | 1939 | Italia, 35mm, 77', B/N | Piccolo mondo antico | Mario Soldati | 1941 | Italia, 35mm, 106', B/N | Fuga in Francia | Mario Soldati | 1948 | Italia, 35mm, 104', B/N | È l’amor che mi rovina | Mario Soldati | 1951 | Italia, 35mm, 98', B/N | Guerra e pace | King Vidor | 1956 | Italia / Usa, 35mm, 240', Colore | Alla ricerca dei cibi genuini - Viaggio nella valle del Po | Mario Soldati | 1958 | Italia, Sconosciuto, 105', B/N |
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