Comincia a lavorare nell’ambiente cinematografico nel primo dopoguerra quando cura la fotografia di
Inquietudine, un film del 1946 diretto da Vittorio Carpignano ed Emilio Cordero. Dopo aver fatto pratica come direttore della fotografia in film di “cappa e spada” girati alla FERT di Torino, presto arriva sul
set di film d’ogni genere, spaziando dall’avventura ai drammi, dai documentari ai
peplum. Sono però soprattutto i cosiddetti “
western all’italiana” ad essere segnati dalla sua presenza artistica: portano infatti la sua firma come direttore della fotografia e come regista alcune pietre miliari di questo genere cinematografico. Ha quarantasei anni quando, con lo pseudonimo di Jack Dalmas cura la fotografia di
Duello nel Texas (1963) e l’anno dopo quella di
Le pistole non discutono e
Per un pugno di dollari. Quando Sergio Leone lascia la Jolly per passare alla PEA di Alberto Grimaldi lui lo segue e nel 1965 si occupa della fotografia di
Per qualche dollaro in più. Anche il suo debutto come regista avviene sotto il segno del
western: nel 1967 gira
Bandidos, film inusuale firmato con lo pseudonimo di Max Dillman che racconta la storia di un ex pistolero
replica horloges privato dell’uso delle mani. L’anno dopo realizza l’intrigante giallo
La morte non ha sesso. Nel 1969 dirige una sconosciuta Laura Antonelli nel censuratissimo
Le malizie di Venere, ispirato al romanzo di Leopold Masoch
Venere in pelliccia; nel 1970 gira
Un dio chiamato Dorian, da Oscar Wilde. Nel 1972 torna al giallo con
Cosa avete fatto a Solange? E l’anno dopo si cimenta nel poliziesco all’italiana con
Si può essere più bastardi dell'ispettore Cliff? Nel 1974 è la volta del dramma erotico
Innocenza e turbamento, seguito nel 1975 da
La fine dell’innocenza. Sempre nello stesso anno torna al poliziesco all’italiana con
La polizia chiede aiuto, seguito dal thriller
Il medaglione insanguinato. Il 4 novembre 1976 muore in un incidente automobilistico pochi mesi dopo aver terminato le riprese torinesi di
Quelli della calibro 38.