|
Persone |
|
Steno (Stefano Vanzina)
Roma, 19 gennaio 1917 – Roma, 13 marzo 1988
Regista e sceneggiatore
Destinato a diventare uno dei cineasti più prolifici del cinema italiano, autore di 73 film, un tv-movie, una miniserie e oltre 100 sceneggiature in 48 anni di carriera, completato il liceo decide di iscriversi alla facoltà di giurisprudenza, che però non termina preferendo il Centro Sperimentale di Cinematografia. In quegli anni adotta lo pseudonimo di Steno, col quale firma disegni e articoli prima su “Tribuna Illustrata”, poi su “Marc'Aurelio”. Contemporaneamente incomincia a scrivere per la radio e per la rivista, passando presto, grazie a Mario Mattoli, al cinema: prima come gagman, poi come sceneggiatore e infine come aiuto regista. I primi film ai quali Steno lavora sono tutti di Mattoli, molti dei quali con Erminio Macario protagonista, quali: Lo vedi come sei... Lo vedi come sei? (1939) e Il pirata sono io! (1940). Oltre che con Mattoli collabora con Giorgio Simonelli, Carlo Ludovico Bragaglia, Riccardo Freda e Carlo Borghesio con il quale lavora per i film “torinesi” Come persi la guerra (1947), L'eroe della strada (1948), Come scopersi l'America (1949). Assieme all’amico e collaboratore a moltissime sceneggiature, Mario Monicelli, esordisce alla regia nel 1949 con Al diavolo la celebrità (1949). Il sodalizio con Monicelli continua ancora per sette film, fino al 1952 con Totò a colori, primo film diretto dal solo Steno e primo lungometraggio a colori della storia del cinema italiano. Sono due suoi film, Un giorno in pretura (1953) e Un americano a Roma (1954) a consacrare il personaggio di Alberto Sordi, ma Steno dirige, negli anni, tutti i piccoli e grandi attori comici italiani, da Peppino De Filippo ad Aldo Fabrizi, da Nino Manfredi a Renato Rascel, da Johnny Dorelli a Lando Buzzanca, le coppie Tognazzi-Vianello e Franchi-Ingrassia, fino a Bud Spencer, Reanto Pozzetto, Adriano Celentano e Paolo Villaggio. Utilizza il suo vero nome per firmare La polizia ringrazia (1972), duro poliziesco con Enrico Maria Salerno che inaugura il cosiddetto genere polizziottesco italiano. Nel 1976 Steno torna a Torino come regista, per girare alcune sequenze de L’Italia s’è rotta. Muore nel 1987 durante la lavorazione di Animali metropolitani. I figli Enrico e Carlo seguono le sue orme nel mondo del cinema.
|
Collegamenti Film | titolo | regia | data | note | Lo vedi come sei… lo vedi come sei! | Mario Mattoli | 1939 | Italia, 35mm, 75', B/N | Non me lo dire! | Mario Mattoli | 1940 | Italia, 35mm, 75', B/N | Come persi la guerra | Carlo Borghesio | 1947 | Italia, 35mm, 90', B/N | L'eroe della strada | Carlo Borghesio | 1948 | Italia, 35mm, 86', B/N | Totò al Giro d'Italia | Mario Mattoli | 1949 | Italia, 35mm, 88', B/N | Come scopersi l'America | Carlo Borghesio | 1949 | Italia, 35mm, 89', B/N | È l’amor che mi rovina | Mario Soldati | 1951 | Italia, 35mm, 98', B/N | L'Italia s’è rotta | Steno (Stefano Vanzina) | 1976 | Italia, 35mm, 105', Colore |
|
|
|
|
segnalibro |
|
|
|
|
|